Gli imprenditori stroncano le chiusure domenicali
Commercio. L’accusa alla giunta Fugatti: «È una manovra illogica, vogliono sostenere i consumi e ci fanno restare chiusi: così favoriscono Veneto, Bolzano e soprattutto Amazon»
Trento. «Non c’è nessuna logica in una manovra economica che vuole risollevare i consumi e poi chiude i negozi la domenica». La stroncatura dell’assestamento di bilancio preparato dalla giunta Fugatti (almeno per quanto riguarda le aperture domenicali) arriva dal Coordinamento imprenditori che raggruppa tutte le categorie economiche del Trentino: dagli artigiani agli industriali, passando per albergatori, commercianti e cooperative. Un giudizio molto severo che gli imprenditori trentini hanno affidato a un documento che è stato presentato ieri alla prima commissione permanente del consiglio provinciale, dove erano previste le audizioni delle categorie economiche.
Il documento
«La scelta - illogica - delle chiusure domenicali dei negozi provocherà una depressione della domanda, con fuga dei consumatori verso Bolzano e verso il Veneto e una conseguente perdita di posti di lavoro in Trentino» si legge nella relazione predisposta dal Coordinamento provinciale imprenditori, che tocca anche il tema (molto importante) del commercio elettronico che durante il lockdown ha registrato un notevole aumento.
Il commercio elettronico
«Secondo l’Istat - prosegue la relazione - permane molto negativa la dinamica tendenziale dei beni non alimentari. Ma - tra le differenti forme distributive - il commercio elettronico registra una forte accelerazione, confermandosi l’unico settore in crescita in termini tendenziali, con un più 41,7 per cento. Analizzando questi dati si può ben affermare che - dopo tre mesi di chiusure domenicali e festive, i clienti non solo si sono abituati a fare i loro acquisti nei rimanenti giorni della settimana, ma sono diventati esperti anche nell’utilizzo di altre forme distributive, quali l’e-commerce, attive 7 giorni su 7 e 24 su 24. E questo - si legge nel documento che gli imprenditori hanno sottoposto al consiglio provinciale - a scapito degli operatori commerciali del territorio».
Bocciati i comuni turistici
«Risulta inoltre incomprensibile - continuano gli imprenditori trentini - la suddivisione dei Trentino in comuni ad alta intensità tristica, con la penalizzazione di Trento e di Rovereto e di molti altri comuni. Il turista non riconosce certo i confini amministrativi, quindi tutto il territorio del Trentino, per essere coerenti, dovrebbe essere confermato a valenza turistica. Sotto l’aspetto del metodo, inoltre, ci corre l’obbligo di chiedere una maggiore ascolto da parte degli amministratori provinciali. Non ci pare produttivo chiudere la porta a ogni ragionamento rimandando il tutto ad una verifica successiva: la verifica ad ottobre sugli effetti delle chiusure festive di negozi, infatti, non sarà in grado di sanare contrasti e dissapori nati all’interno delle categorie interessate e con molte amministrazioni comunali».
L’alleanza con Bolzano
Gli imprenditori infine hanno toccato anche il tema dell’incertezza delle risorse legate alle politiche economiche nazionali: «Non possiamo a dicembre deliberare una finanziaria nell’incertezza di bilancio e arrivare solo a giugno a definire le politiche di intervento provinciali. Un’impresa privata così gestita sarebbe destinata a un rapido fallimento. Quindi la priorità assoluta è definire con il governo il quadro nazionale, in stretto accordo con la Provincia di Bolzano, con cui un’alleanza strategica diventa a tal fine indispensabile». A.S.