Facoltà di medicina, oggi prime lezioni per 60 studenti
Università. Un esordio “storico” per l’ateneo trentino. La sede provvisoria della scuola nel Collegio di merito Bernardo Clesio, in attesa della conclusione dei lavori a Palazzo Consolati
Trento. Anche se non sarà nella sede designata - Palazzo Consolati - si tratterà comunque di una prima volta storica. Questa mattina, nella sede del Collegio di merito Bernardo Clesio di via Santa Margherita, sono in programma per sessanta matricole le prime lezioni della Facoltà di medicina dell’Università di Trento.
Una sede provvisoria, appunto, perché i lavori che la proprietà di palazzo Consolati sta realizzando per rendere adeguati i locali dello storico palazzo non sono stati conclusi nei tempi previsti. Questione di poche settimane - hanno fatto sapere dal Rettorato - e gli studenti troveranno una collocazione definitiva.
In 640 si erano presentati all’inizio di settembre al centro fieristico di via Bomporto per sostenere il test di ammissione: in 360 avevano indicato Trento come prima scelta. Alla fine della scrematura sono rimasti in 60, i primi dunque ad iscriversi alla neonata Facoltà di medicina dell’Università di Trento.
Un avvio che è frutto di un percorso tutt’altro che semplice. La nascita della Facoltà di medicina, infatti, resterà nella memoria (e nelle cronache) per il durissimo scontro istituzionale che ha visto da una parta la Provincia (in testa il presidente Maurizio Fugatti), dall’altra la stessa Università, con il rettore Paolo Collini in prima linea.
Da anni si parlava di una Facoltà di medicina a Trento, ipotesi che in verità trovava molte resistenze interne all’ateneo, per il timore che la scuola di medicina potesse prosciugare le risorse. Lo scorso dicembre è arrivata l’accelerata di Fugatti, che ha messo sul piatto un progetto legato all’Università di Padova, in prima battuta capofila. Un’asse con l’ateneo patavino che ha trovato la ferma opposizione di Collini. Ne è seguito uno scontro che, anche nei toni, non ha precedenti nella storia dei rapporti tra la Provincia e Palazzo Sardagna. Alla fine è passata la linea dell’Università di Trento, con un progetto che vede al centro l’ateneo trentino con una collaborazione con la vicina Università di Verona, con la quale già da anni c’è un rapporto stretto.