gli ecomostri

Ex Euromix, quello scheletro nella giungla d’asfalto

L'edificio di fronte all’Obi è stato sventrato e abbandonato. Redolfi: «Da sei anni chiediamo una nuova idea di città»


di Luca Marognoli


TRENTO. Calcinacci e brandelli di controsoffitto che penzolano come liane in una giungla di cemento.Per iniziare il nostro “caso della settimana” dedicato agli ecomostri ne abbiamo scelto uno che non è “storico” come l’ex Sloi o l’ex Carbochimica, ma che salta all’occhio ancora di più perché collocato in un punto di grande traffico, come via Brennero.

Si tratta dell’ex concessionaria Euromix, a un passo dalla rotatoria dedicata ai Martiri di Nassiriya: al suo stato di abbandono, che lo rendeva già un pugno nell’occhio, si è aggiunto l’intervento di eliminazione delle tramezze, diretto probabilmente ad evitare che fosse abitato dai senza dimora. Un intervento che ha reso quel moderno rudere uno scheletro ancora più (eco-)“mostruoso” e impressionante.

Ma ciò non è bastato ad allontanare i disperati: «Ci entrano stranieri, anche qualche donna d’estate», racconta un residente nel circondario. «La notte si vedono dei bagliori al primo piano». I senza-dimora «passano dal pertugio tra il new-jersey e il cancello con catena di fronte all'Obi. L’altro ingresso è la rete divelta all'altezza della rotatoria di Nassiriya». La presenza umana è denunciata dalle «tonnellate di rifiuti abbandonate, anche dei cittadini però, visti i sacchi azzurri che spiccano».

Per farsi un’idea basta guardare il reportage fotografico del nostro Claudio Libera.

Ex Euromix, l'ecomostro dimenticato

Calcinacci e brandelli di controsoffitto che penzolano come liane in una giungla di cemento.Si tratta dell’ex concessionaria Euromix, a un passo dalla rotatoria dedicata ai Martiri di Nassiriya: al suo stato di abbandono, che lo rendeva già un pugno nell’occhio, si è aggiunto l’intervento di eliminazione delle tramezze, diretto probabilmente ad evitare che fosse abitato dai senza dimora. Un esempio di "eco mostro" in una zona molto centrale della città - LEGGI L'ARTICOLO

La situazione è ben nota al presidente della circoscrizione Melchiore Redolfi: «Sono terreni privati...», esordisce. «Rassegnarsi? Assolutamente no. Daldoss ha detto bene: l'ex Alumetal di Mori e le orrende torri del Tonale andrebbero abbattute. Io sarei felice se alla lista si potesse aggiungere tutto l'asse di via Brennero, compresi l’ex Sloi, l’ex Carbochimica e l'area Frizzera tra lo scalo Filzi e la rotatoria Martiri di Nassiriya. Quelli sono gli ecomostri della città, purtroppo visibilissimi».

Redolfi ha le idee chiare su cosa fare: «Andrebbe rivisitato il Prg: noi della circoscrizione lo sosteniamo da 6 anni. Se i piani alti ogni tanto ascoltassero, si renderebbero conto che diciamo cose più concrete dei grandi nomi dell'urbanistica. Partendo da lì vorremmo disegnare un’idea nuova di città. Tenendo conto che qui la gente ci vive».

A quale città pensa Redolfi? «Basta torri che non hanno più senso. In via vittime delle Foibe è chiaro a tutti cosa bisognerebbe fare: c'è uno spazio vuoto, dove Podini vorrebbe realizzare case. Facciamogliele fare ma aggiungendoci una piazza e una sala pubblica: luoghi di incontro che consentano alla città di vivere. Lo stesso vale per la Esso di via Brennero:perché lasciarla in quelle condizioni? E perché permettere che si crei un lago pieno di zanzare (accanto al Tridente, ndr)? Io sono perché il pubblico richiami il privato alle sue responsabilità».













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