«Ex Artigianelli è inutile, va demolito»

L’assessore Gilmozzi a Susà fuga ogni dubbio sul destino del complesso, vecchio di 50 anni quindi non più sicuro


di Roberto Gerola


PERGINE. «Il complesso Artigianelli è inutilizzabile, così com’è, e va demolito. Non so quando si farà, ma non passerà molto. Occorrerà un progetto e una spesa di 250.000 euro. E lo faremo noi». Parole dell’assessore provinciale Mauro Gilmozzi, presente l’altra sera a Susà per la presentazione del candidato a sindaco Stefano Tomaselli per il centro sinistra autonomista. Gilmozzi è stato prodigo di informazioni sulle trattative Provincia - Padri Pavoniani (proprietari degli Artigianelli a Susà, ma anche a Trento in piazza Fiera). Tuttavia, ha parlato poco del futuro e volutamente: «Perché ogni soluzione sarà presa assieme». Per la verità, ha dato qualche indicazione che tutto sommato condivide quanto finora prospettato da una decina d’anni a questa parte: sarà luogo di formazione scolastica ma non solo.

Una comunicazione importante dunque che per certi aspetti mette fine a una serie di dubbi, ma anche di preoccupazioni da parte della popolazione di Susà, ma non solo, e anche di più amministrazioni comunali specie in passato.

Gilmozzi ha spiegato la motivazione della permuta (gli Artigianelli di Susà in cambio di un immobile della Provincia in piazza Fiera a Trento per dare modo agli Artigianelli a Trento di ampliarsi). «L’operazione - ha detto - rientra nella programmazione che riguarderà Pergine soprattutto; i Pavoniani hanno dato molto al Trentino e a Pergine in fatto di lavoro, cultura, formazione scolastica nei confronti dei giovani. Occorreva sostenerli, per la loro azione in Trentino. Da qui è nata l’operazione Artigianelli di Susà. Per evitare anche che l’immobile cadesse in mano di privati, in quanto opportunità per dare una risposta alle necessità scolastiche di Pergine». E ancora: «L’articolato piano si è scontrato con la crisi economica e il blocco immobiliare che ha sconvolto tutte le condizioni facenti parte dell’operazione; sono sorte difficoltà ma occorreva mantenere l’impegno principale. Così lo scambio ha riguardato l’edificio principale, le pertinenze e il piazzale a valle. Non c’erano soldi per altro. Nel contempo, Pergine ha inserito il discorso in un ambito più vasto comprendente altri immobili e anche l’ex Cederna. Siamo fermi e non ho una soluzione. Occorre che la nuova amministrazione metta mano al Prg seriamente per programmare il futuro di Pergine, valutando le opportunità, tenendo presente che non ci sono i soldi prima».

Tornando agli Artigianelli di Susà, «Non si può mantenerli così come sono, occorre un edificio nuovo, sicuro e antisismico. Per quanto sia a posto è sempre vecchio di 50 anni. Quindi demolizione, poi si vedrà come e cosa ricostruire, tenendo presenti le necessità dei sottoservizi ma anche della viabilità necessaria. Sarà una decisione da prendere assieme perché avrà una ricaduta determinante sullo sviluppo di Pergine, ma soprattutto di Susà». Dalla popolazione presente (un’ottantina di persone) col fiduciario Romano Facchinelli, sono subito venute proposte data la valenza sociale del sito, per la frazione: spazi pubblici per i giovani e le associazioni.













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