Europa, il potere e i giovani utopisti  come Antonio

L’Europa, come ogni altro continente o insieme di stati, ha dato origine a un caleidoscopio di culture, lingue, religioni e forme politiche che apparentemente si sono misurati più negli scontri...


di Antonio Scaglia


L’Europa, come ogni altro continente o insieme di stati, ha dato origine a un caleidoscopio di culture, lingue, religioni e forme politiche che apparentemente si sono misurati più negli scontri armati che nella pace delle diversità. A questo e alla pochezza culturale e politica dell’Ue ho pensato quando l’Italia dei poteri, ma anche dei popoli, ha celebrato a Trento le esequie della sua giovane e ostinata contraddizione, stringendosi attorno al giovane Antonio Megalizzi che sembrava provocarla senza scontri o rimproveri. E più le istituzioni esaltavano la sua serena alterità, tanto più inconsistente ed evanescente appariva l’attuale Europa. Essa ha infatti due anime ben diverse. Quella reale, in cui sono presenti tutti i tratti di un continente in cui popoli e culture, nella galassia delle ispirazioni, dei valori e delle dialettiche cristiane hanno realizzato il dominio del pianeta. Ciò avviene quando i grandi imperi danno origine ai sistemi mondo, per riprendere il concetto ispiratore di Fernand Braudel, e mettono in rilievo i due volti della loro potenza: la forza economica, militare, politica e culturale e il dominio che tenta di sostituire le sue visioni del mondo a quelle dei popoli sottomessi. Un meccanismo che oggi sembra essere nato aggredendo l’Europa stessa al suo interno. La grande idea della Comunità e poi dell’Unione Europea, il cui obiettivo fu, dopo due feroci guerre mondiali, quello di mettere in comune storia, identità di popoli e di patrie, filosofie, scienza, letterature, arte e politica, ha prodotto una sorte di Leviatano burocratico, economico e politico che rischia di piegarla e metterla alla mercé di alcuni stati in forza della loro prevalenza economico politica. Il sinistro lato del potere che ispira il nuovo mostro, sta risvegliando nel cuore dei popoli dell’Europa il mai sopito valore inestinguibile della libertà che, nelle vicende della nascita e dello sviluppo dell’Europa moderna alberga prima nel Terzo Stato, nella borghesia illuminata e nella classe media. I grandi pensatori, sociologi, storici ed economisti hanno messo in luce la connessione dell’origine della vita cristiana e della stessa predestinazione con la nascita del capitalismo e poi della solidarietà che nascono dall’anima stessa dell’economia. Un sogno che il vecchio e il nuovo Leviatano cerca di abbattere e divorare. Antonio Megalizzi rappresenta simbolicamente il giovane cavaliere che erge la sua giovane vita per affermare e difendere l’antico spirito europeo di fronte alle proterve e strumentali cecità dei poteri che stanno demolendo la spiritualità e le idealità delle cattedrali religiose e politiche di un mondo che voleva coniugare capitale, bene comune e dignità.

In questi giorni, l’ispirazione a questa antica e moderna visione del mondo è esplosa per le strade e sulle piazze di Francia, nei cuori dei popoli che aspirano alla dignità civica rispetto al cavaliere apparentemente invincibile delle Corporation alleate alla finanza.

Visibile, aggressivo e fremente di sordità rabbiosa, l’intimo scontento indossa ‘gilet’ diversi, radunandosi ai point rond, come fossero gli Stammtische delle vecchie birrerie bavaresi, da sempre focolari del popolo che più non sopporta le disuguaglianze pianificate, le superbie bancarie che odorano di rapina, le identità negate, celate subdolamente dietro le élite che il popolo, come accade in Francia, non individua ormai più negli scrittori, nei giornalisti e negli intellettuali. Giovani cavalieri, dotati di sogni e di ideali scendono in campo per proclamare che denaro e armi non sono il nostro Gral. Questo credo sia ciò che ha richiamato a Trento in cattedrale autorità e popolo, per onorare un giovane cavaliere dell’utopica, antica Europa.















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