Diventare dottori a due passi da casa: «Batteremo il Covid»
Trento. Escono alla spicciolata dalla sede provvisoria della nuova facoltà di Medicina e chirurgia che per ora si trova al collegio Bernardo Clesio di via Santa Margherita. Minuto più, minuto meno,...
Trento. Escono alla spicciolata dalla sede provvisoria della nuova facoltà di Medicina e chirurgia che per ora si trova al collegio Bernardo Clesio di via Santa Margherita. Minuto più, minuto meno, sono le 13,20 di ieri.
Come “raccontano” i numeri sono perlopiù trentini e altoatesini. E alcuni non è escluso si conoscessero da prima di mettere piede in aula. Sono gli aspiranti medici ai tempi del virus. Tutti indossano la mascherina. Siamo noi a chieder loro, per la foto di rito, che se la tolgano un attimo, stando a debita distanza. Solo per il tempo necessario ad uno scatto, per essere riconosciuti. Acconsentono.
Giulia Cetto, trentina (alle spalle una finale nazionale di Miss Italia), afferma di aver sempre avuto l'interesse di “studiare anatomia”. Pensava di iscriversi a Bologna. «Però – riflette – per questa storia del Covid ho preferito stare vicino a casa. E così ho fatto il test d'ingresso a Trento ed è andata bene». Si chiama Alberto Sollecito ed è un perito chimico e dei materiali. Anche lui di Trento. «Ho sempre avuto il pallino della chimica – sostiene – Ho provato il test a Bologna ma non è andata. Ho visto che c'era la possibilità di entrare a medicina qui a casa mia e mi sono dato da fare. Poi, devo dire che avere la possibilità, in futuro, di poter aiutare chi sta male, magari anche per via di questi virus che dicono ormai “gireranno” pure in futuro, è stato un ragionamento che mi ha convinto. Questa mattina (ieri, ndr) era presente il rettore Collini che ci ha spiegato come funzioneranno un po' le cose, tra lezioni in aula e laboratori». Il “collega” Axel Bertolini è invece di Mori e si è diplomato in scienze applicate al liceo “Rosmini di Rovereto”. «Ho fatto un anno al corso di laurea in biotecnologie – attacca – Poi ero indeciso se proseguire o no. Ma avevo anche qualche dubbio se andare a studiare fuori provincia. Inoltre ho ragionato sull'importanza di un lavoro come quello del medico. Ancora di più in questi tempi difficili del Covid19. Per prendere questa decisione, di provare con Medicina, ha certo influito anche il fatto di avere in famiglia uno zio medico. Ha contato anche questo fattore nella scelta». «Mi sono sempre piaciute molto materie come la fisica e la chimica – afferma Chiara Pallanch, diplomata al liceo scientifico “da Vinci” - E per questo il mio sogno era quello di iscrivermi ad una facoltà dove si potesse continuare a studiarle. Ho seguito gli studi di farmacia a Bologna per un anno. In seguito ho deciso di rientrare, visto che c'era questa possibilità di fare Medicina».
All'università quest'anno sono iniziati altri nuovi corsi di laurea magistrali le cui iscrizioni sono aperte fino a fine anno. Oltre a quello in Security intelligence& strategic studies (di cui scriviamo in un'altra parte di questa pagina) si tratta dei corsi in Artificial intelligence systems a Povo, al dipartimento di ingegneria e scienza dell'informazione e in Studi globali e locali a Sociologia. PA.PI.