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Decine di trentini nella trappola vicentina

Hanno acquistato azioni della Popolare di Vicenza e adesso si trovano in mano soltanto le briciole. La banca propone di risarcirli pagando solo il 15 per cento


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Ci sono anche un centinaio di trentini, tra i 94 mila azionisti della Banca Popolare di Vicenza rimasti intrappolati nelle smanie di gigantismo dell'istituto di credito veneto e del suo presidente Zonin. Adesso le azioni pagate anche più di 60 euro l’una non valgono quasi nulla. Una ventina di questi si sono rivolti al Centro ricerca e tutela consumatori e utenti coordinato da Carlo Biasior. Sono già partite le lettere di moratoria per chiedere alla banca vicentina il rimborso totale del valore delle azioni, ma al momento non c'è stata nessuna risposta. Ma ci sono delle novità.

La Popolare di Vicenza e Veneto Banca, l'istituto di credito di Montebelluna che si trova in una situazione simile, hanno presentato una proposta di transazione a 169 mila soci che rischiano di perdere tutto. La proposta prevede il rimborso del 14,4% del valore delle azioni e sarà valida solo se aderirà l'80% dei soci. Adesso i risparmiatori, che spesso credevano di aver acquistato un prodotto privo di rischi e consigliato dagli stessi impiegati della banca come molto sicuro, sono davanti a un bivio: accontentarsi di un piatto di lenticchie subito o andare avanti con una causa civile dagli esiti incerti e, sicuramente dai tempi lunghissimi.

Insomma normali risparmiatori trattati come incalliti speculatori. Persone che avevano investito tutto i loro averi in azioni perché convinti dagli impiegati amici. Biasior spiega che l'incertezza dei consumatori trentini è tanta: «Noi abbiamo mandato molte lettere che si basavano su una serie di ragionamenti giuridici. In primo luogo abbiamo rilevato che non c'è corrispondenza tra l'investimento proposto e il profilo di rischio dei risparmiatori. In molti casi si tratta di anziani che non potevano permettersi di rischiare tutto il capitale e non dovevano acquistare azioni. Abbiamo contestato anche la prassi commerciale di spingere la vendita attraverso gli impiegati allo sportello. In molti casi, abbiamo registrato l'abitudine di subordinare la concessione di prestiti e finanziamenti all'acquisto di azioni della banca e questa è una pratica commerciale molto scorretta».

Gli impiegati, anche delle due filiali trentine, della Popolare Vicentina confermano che dalla sede centrale arrivavano quotidianamente telefonate per spingere la vendita delle azioni. Nelle filiali trentine, hanno cercato di fare resistenza. Ma comunque una ventina di risparmiatori è finita nella rete. In molti avevano ereditato queste quote. Altri, invece, hanno acquistato credendo di fare un buon affare. E adesso sono in trappola. C'è chi ha investito anche cifre molto importanti e adesso rischia di vedere soltanto le briciole: «Il problema - spiega Biasior - è dato dal dubbio se accettare o meno un rimborso così piccolo. Del resto, però, il rischio di non prendere niente è concreto. Le cause civili possono essere anche molto lunghe e i tribunali non hanno linee univoche. Il rischio di perdere la causa c'è».

In particolare, per i soci della Popolare Vicentina è previsto un rimborso massimo di 9 euro ad azione, tenendo conto che le azioni hanno toccato il valore massimo di 62,5 euro ciascuna. Un valore abnorme rispetto al reale valore della banca. L'offerta sarà proposta entro il 22 marzo ai soci che hanno acquistato le azioni della Popolare negli ultimi 10 anni. Stesso discorso per i soci della Veneto banca che potranno avere un rimborso leggermente superiore del 15 per cento. A disposizione, per i risarcimenti, ci sono 600 milioni di euro. A questi si andranno ad aggiungere altri 60 milioni per chi si trova in condizioni economiche disagiate. Per questi risparmiatori, i rimborsi potranno essere superiori al 14,4% e al 15%. I soci destinatari dell'offerta sono stati scelti tra famiglie, rispamiatori e imprese individuali.

Insomma i soggetti più esposti e forse meno predisposti alla speculazione. I due amministratori delegati dicono che le due banche vogliono recuperare i loro clienti. E per questo accanto alla proposta di rimborso ci saranno proposte di linee di investimento e altri prodotti finanziari. Ma sarà difficile che chi è rimasto scottato una volta, ci ricada.













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