Predazzo

Dalla pista al pub, il gemellaggio con Amatrice

I ragazzi ospiti dei loro coetanei della Rosa Bianca vivono una  “full immersion” negli usi e costumi di Fiemme


di Chiara Facchini


PREDAZZO. “Non mi piace dire “ospito un terremotato”, non è così, io ospito una ragazza di Amatrice, non sono una categoria a parte, sono ragazzi come tutti noi". Ad aprire il discorso così è Greta Dorigoni della III RA che assieme alla sua gemellata Aurora Valeri ci ha voluto raccontare le emozioni e le impressioni riguardo l’ormai famoso progetto proposto dalla Rosa Bianca di Predazzo. Solitamente i nostri giovani si ritrovano a fare scambi culturali con l’estero, alla scoperta di uno stile di vita e soprattutto di una lingua totalmente diversi dai propri.

Questa volta il concetto viene ampiamente rivalutato ma lo scambio non perde il suo principio formativo: “Si impara comunque una nuova lingua, in un certo senso, sto imparando delle espressioni e dei modi di dire davvero divertenti”. Non incontrare l’ostacolo della lingua è un vantaggio in questo caso: il tempo per conoscersi non è tantissimo e bisogna ottimizzare al meglio i tempi per fare gruppo e divertirsi il più possibile. Così, già la prima sera si fa tappa in un bar di Vigo, con i compagni più vicini, martedì sera tutti assieme al Poldo Pub di Predazzo, ma non solo chi partecipa al gemellaggio: a loro si sono uniti molti altri studenti dell’istituto perché “è sempre bello conoscere gente nuova e tutti si divertono un sacco”.

La stanchezza delle giornate sulle piste o quella dei pomeriggi nei musei locali non impediscono certamente ai giovani di incontrarsi la sera per un po’ di svago. Non è infatti la prima volta che i ragazzi del Liceo Capriarca colgono al volo l’occasione di potersi distrarre vedendo posti diversi. Unica, invece, è stata la possibilità di essere ospitati da una famiglia, per sentirsi a casa ma non troppo. Ed è una novità, in effetti, anche avvicinarsi ai sapori della tradizione trentina come quelli degli spätzle, dello strudel e delle linguine alla selvaggina. Sapori che vengono proposti soprattutto in quota, su quelle vette così vicine e accessibili che gli amatriciani possono sfiorare solamente dopo quasi due ore di viaggio o durante la settimana bianca.

È proprio durante le settimane bianche che la maggior parte dei ragazzi arrivati in questi giorni in val di Fiemme ha imparato a sciare. Per gli altri erano disponibili dei maestri di sci o degli slittini, per consentire a tutti di apprezzare al meglio queste fantastiche giornate che febbraio ci sta regalando.

La sera si torna alla base, il gruppo si suddivide in coppie di ragazzi accomunati dalla stessa meta: il letto caldo. Molti si trovano in sintonia con il proprio gemellato, sono sulla stessa lunghezza d’onda, altri sono poli opposti dello stesso magnete, ma poco importa, c’è sempre da imparare, si costruisce qualcosa che prima non c’era e che non si immaginava nemmeno lontanamente.

Ma ora tiriamo le somme, rivolgiamo uno sguardo al futuro: “Ci sarà un seguito? Vi manterrete in contatto?” Greta e Aurora rispondono a nome dei rispettivi compaesani: il gruppo sì è formato in fretta, ma non sembra volersi sciogliere con la stessa rapidità. E i ragazzi sarebbero entusiasti di poter invertire i ruoli, subito non si può, ma più avanti, quando la fase critica del terremoto sarà stata superata, più che volentieri “Perché no?”

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