Dall’Ufficio fauna ai Cacciatori Degasperi: «È incompatibile»

Trento. Filippo Degasperi, dopo aver fatto scoppiare il caso del presidente di Trentino Sviluppo, porta alla luce con un’altra interrogazione un altro caso di presunta incompatibilità. Questa volta...



Trento. Filippo Degasperi, dopo aver fatto scoppiare il caso del presidente di Trentino Sviluppo, porta alla luce con un’altra interrogazione un altro caso di presunta incompatibilità. Questa volta nel mirino è il direttore dell’Associazione Cacciatori Ruggero Giovannini che, prima di assumere questo incarico, era direttore del ufficio faunistico del Servizio foreste e fauna della Provincia. Poi, nel 2014, ha preso un’aspettativa per andare a fare il direttore dell’Associazione, posizione che ricopre tuttora, ma Degasperi fa notare «che il comma 16 ter dell’articolo 53 del D.Lgs. 30 marzo 2001,n. 165 prevede che i dipendenti pubblici che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni, non possono svolgere nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa presso i soggetti privati destinatari dell’attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri». Secondo Degasperi, Giovannini si troverebbe proprio in questa situazione perché nella sua posizione di responsabile dell’ufficio faunistico si sarebbe occupato della «cura gli adempimenti tecnico – amministrativi relativi all’esercizio della caccia; degli adempimenti connessi all’elaborazione ed all’attuazione della pianificazione faunistico – venatoria, compresi il monitoraggio e la programmazione dei prelievi della fauna selvatica”; “accerta il rispetto da parte dell’Ente gestore delle riserve di caccia e dei suoi organi decentrati, degli obblighi loro derivanti dalla legge, dalla convenzione”; - “cura gli adempimenti relativi alla concessione dei contributi previsti dalla normativa vigente a favore dell’ente gestore delle riserve di caccia”». Quindi secondo Degasperi, Giovannini si troverebbe proprio in uno dei casi vietati dalla legge provinciale. Non solo: « La posizione del soggetto citato è eventualmente aggravata dal fatto che ricava benefici immediati (un incarico che assicura il raddoppio della retribuzione) senza nemmeno correre il rischio di una interruzione del lavoro di pubblico impiego, solo congelato in forma di aspettativa». Degasperi aggiunge che la norma prevede per l’ente o la società che la viola, quindi in Questo caso l’Associazione Cacciatori, non potrebbe più trattare per tre anni con la Provincia: «Sorgono alcune riserve sulla regolarità del collocamento in aspettativa del dottor Giovannini e sul profilo di incompatibilità nell’avvicendamento dei suoi ruoli».

Premesso tutte queste considerazioni, Degasperi chiede la Provincia abbia fatto le verifiche con riferimento all'applicabilità della norma provinciale.













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