Crolla la parete est, disastro sul Sass Maor

Un cedimento strutturale colpisce al cuore una delle cime più belle delle Dolomiti


Raffaele Bonaccorso


SAN MARTINO DI CASTROZZA. L'attacco delle vie più belle che portano alla cima del Sass Maor, una delle Pale invidiate dal mondo, è compromesso. Una parte della parete est, quella più amata dagli scalatori, dal mitico Manolo, che vi tracciò la "Supermatita", in testa, non c'è più: un blocco enorme, di quasi 400 metri di base e 100 d'altezza, s'è sgretolato ed è finito ai piedi del Sass Maor. E così un altro pezzo delle Dolomiti è franato. Un altro cedimento strutturale, caratteristico di queste montagne bellissime, ma fragili, ha colpito al cuore uno dei luoghi più belli, non solo del Trentino.

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Un episodio naturale che fa seguito a quelli della Val Fiscalina in Alto Adige (2007 ed estate scorsa). Lo sgretolamento della parete est del Sass Maor è dunque un normale, per quanto "doloroso", distacco, come ne avvengono spesso nelle Dolomiti, che ha interessato un triangolo di roccia di ragguardevoli dimensioni. Da una stima sommaria, appunto 400 metri di base e 10 d'altezza. Ma per il gruppo delle Pale di San Martino non è una novità. È stato, infatti, interessato da distacchi rocciosi sia negli anni scorsi, sia più recentemente (anche alcune settimane fa).

Come fanno notare gli alpinisti e le guide alpine locali, sono fenomeni che fanno parte della natura delle rocce friabili delle Dolomiti. Il Sass Maor, 2816 metri, è una cima classica molto amata dagli alpinisti. Il distacco si trova alla base di partenza di parecchie vie classiche. La base del massiccio interessata dal fenomeno è in Val Padidali, una valle che si affianca alla più famosa Val Canali. Sulla parete maestosa del Sass Maor sono state aperte parecchie vie, alcune delle quali, come si diceva, partono proprio nella zona interessata dalla frana.

Alcune sono probabilmente sparite per sempre. Sono ad esempio la classicissima Solleder del Sass Maor, l'attacco diretto alla variante "Bettega-Gilli-Gorza", la via del Massarotto, la via Masada e la famosa e già citata "Supermatita", una via diretta e "diritta come una matita" tracciata da Manolo. La zona interessa anche il "Sentiero del Cacciatore", un percorso riservato ad esperti e che abbraccia anche l'altra cima famosa delle Pale, la Cima della Madonna, che fa un tutt'uno con il Sass Maor. Ed insieme sono il simbolo delle Dolomiti di San Martino e con il Cimerlo rappresentano il simbolo del Primiero.













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