Covid, primo contagio alla Fersina 

L’epidemia. Un caso positivo all’interno della struttura di accoglienza che finora era rimasta “virus-free”: nei prossimi giorni tamponi per tutti Uno degli operatori accusa i sintomi del contagio, mentre la Croce Rossa è pronta ad abbandonare l’ex caserma. Ieri in Trentino 23 nuovi contagiati


Andrea Selva


Trento. Che la residenza fersina - con una capienza massima di 250 posti, all’interno di camerate collettive - sia stata finora “covid free” era stato definito un miracolo dagli operatori del progetto di accoglienza. un miracolo che comunque ora è terminato: nei giorni scorsi è stato individuato il primo caso di positività all’interno della struttura. si tratta di un giovane asintomatico, che è risultato positivo agli esami disposti dall’azienda sanitaria sui lavoratori dell’azienda per cui questa persona lavora, specializzata nel trattamento dei rifiuti. si tratterebbe quindi di un contagio esterno. in seguito al caso positivo sono stati messi in isolamento i tre migranti che condividevano la stanza con lui, mentre nei prossimi giorni - su disposizione dell’azienda sanitaria - saranno effettuati tamponi a tappeto su tutti gli ospiti della struttura (in cui attualmente sono accolti 187 richiedenti asilo) ma anche sugli operatori della croce rossa che gestiscono il progetto di accoglienza. proprio tra questi ci sarebbe una persona che ha manifestato sintomi compatibili con un eventuale contagio (in particolare un innalzamento della temperatura corporea) ma che ancora non è stata sottoposta al contagio. la situazione è monitorata con grande attenzione dall’azienda sanitaria, dalla provincia e dalla croce rossa con l’obiettivo di capire al più presto se ci si trova di fronte a un focolaio e - eventualmente - di circoscrivere in tempi brevi eventuali contagi. tra le ipotesi - se dovessero emergere nuovi contagi - c’è anche quella di riservare un intero piano della struttura ai migranti contagiati. nel frattempo il primo migrante positivo è stato trasferito in un’altra struttura provinciale riservata alle persone in quarantena. le sue condizioni di salute non sono preoccupanti. tutto questo mentre si avvicina il 30 settembre, data in cui la croce rossa terminerà la propria gestione della struttura dopo aver chiesto alla provincia condizioni e procedure diverse rispetto a quelle attuali, per la difficoltà (nella situazione attuale) di garantire l’ospitalità dei richiedenti asilo e nel contempo la sicurezza sanitaria. «su questo fronte non abbiamo avuto ancora indicazioni ufficiali da parte della provincia» spiega il direttore della croce rossa, carlo monti, anche se l’intenzione dell’amministrazione pare quella di avviarsi alla chiusura dell’esperienza dell’ex struttura militare, convertita all’accoglienza dei migranti.

Il bollettino quotidiano

Intanto secondo il bollettino diffuso ieri dall’Azienda sanitaria ieri sono stati individuati tre nuovi positivi con sintomi, altri 20 risultati positivi al tampone, nell’ambito degli screening condotti sul territorio provinciale: sale dunque di 23 unità la lista dei contagi da Covid-19 in Trentino. «Tra loro - si legge nel comunicato della Provincia - c’è ancora un soggetto riconducibile ai cluster su cui da giorni stanno lavorando gli esperti, segno che la diffusione del contagio in particolari condizioni lavorative e sociali avviene con maggiore facilità». Restano 13 i pazienti che necessitano di cure ospedaliere (l’altro ieri erano 14), ma nessuno è ricoverato in rianimazione: sei di questi pazienti sono in reparti ad alta intensità di cure, altri sette sono ricoverati all’interno dei reparti di malattie infettive, nessuno in terapia intensiva. È sempre molto intensa l’attività di screening con ben 2.155 tamponi analizzati ieri, di cui 1.091 nei laboratori di microbiologia dell’ospedale santa Chiara e 1.064 invece presso il laboratorio della Fondazione Mach di San Michele all’Adige. Attualmente sono 555 i pazienti positivi in Trentino e le autorità sanitarie per il momento non ritengono necessaria l’introduzione di misure più severe per il contenimento del virus, come il ritorno all’obbligo della mascherina anche all’aperto, come era avvenuto durante il lockdown.













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