Consumo critico, a Trento si prepara il primo «emporio di comunità»
Costituita la cooperativa Edera: produttori locali, sostenibilità, niente ricarichi. Ci lavoreranno i soci-proprietari
TRENTO. Nasce con l’obiettivo di aprire a Trento il primo “emporio di comunità”: alla presenza di 24 soci fondatori, la cooperativa Edera, costituita formalmente venerdì 23 settembre.
L’emporio di comunità è un negozio dove acquistare prodotti, alimentari e non, accuratamente selezionati grazie all’attenzione per gli aspetti di sostenibilità, di filiera, di comunità, dove il dialogo a uno a uno con i produttori è parte integrante del modello di commercio. I soci sono i soli proprietari, gestori e clienti, svolgono a rotazione le attività necessarie, dedicando tre ore al mese alle attività della cooperativa.
Nel giorno dell’equinozio di autunno, si apre una nuova stagione nel panorama trentino del consumo critico e dell’economia alternativa, alla ricerca di nuove collaborazioni in questa rete già molto viva e attiva. «Il nome Edera – scrivono i soci – si ispira alla pianta, che è capace di resistere e fiorire nelle avversità, che desidera vivere in equilibrio con le altre piante, cerca il loro sostegno e allo stesso tempo offre loro protezione con i suoi rami, accompagnandole verso la stagione fredda».
I prossimi passi che affronteranno gli 8 gruppi di lavoro (al momento una cinquantina di persone già attive) sono, fra gli altri, trovare lo spazio, definire il listino dei prodotti e accordarsi con i produttori, promuovere il progetto ai potenziali nuovi soci e socie, pensare all’organizzazione logistica e amministrativa della cooperativa e progettare il programma culturale dei prossimi mesi.
«Edera non sarà però un negozio di nicchia, men che meno una "boutique del biologico”. Intende essere il luogo dove trovare i migliori prodotti possibili ad un prezzo giusto, senza ricarichi o intermediari che pesino sul prezzo finale, e grazie all'abbattimento delle spese ottenuto con la partecipazione di tutti. Un luogo di innovazione, di sostenibilità, ma anche di socialità, con l’obiettivo di rispettare gli equilibri naturali grazie al sostegno all’agricoltura contadina, anche di montagna. Inoltre, s’impegna a incidere sulla comunità, con la presenza e l’organizzazione di iniziative coerenti con lo spirito di Edera, rivolte a chi vuole mettersi in discussione, almeno un po’, per cercare alternative ad un mercato ed a processi di consumo per molti aspetti inadeguati.
Edera si propone di creare non solo un luogo di acquisto, ma un luogo di legami, con il territorio, con le culture della produzione di qualità e rispettose delle persone e dell’ambiente, con le comunità ospitanti chiamate a partecipare in prima persona. Un consumo critico a fin di bene per i soci e le socie, che hanno a disposizione prodotti biologici e selezionati a prezzi giusti, per la filiera complessiva e per la comunità tutta che vede arricchirsi il panorama degli acquisti di un'alternativa che non c’era.
Il percorso per la costituzione, durato un paio d’anni, ha permesso di coinvolgere oltre duecento soci e socie volenterosi non solo di acquistare presso l'emporio i prodotti di loro scelta, ma anche di impegnarsi in prima persona dedicando una quota del loro tempo alla gestione dell’emporio.
Il primo gruppo di una trentina di “visionari” e “visionarie” ha cominciato a ragionare su Edera partendo dall’esperienza nei GAS, i Gruppi di Acquisto Solidale a cui molti dei partecipanti già aderiscono. «Pian piano ne è uscita una iniziativa che intende mettere in discussione le regole principali dei processi di acquisto attuali, rifiutando le logiche di sfruttamento tipiche del mondo della grande distribuzione», spiegano ancora i fondatori di Edera.