«Consigliere di parità, tagli assurdi»
La polemica. L’ex assessora Ferrari contro la giunta Fugatti, che ha ridotto del 40 per cento il compenso: «Così demoliscono un servizio gratuito a servizio delle donne che subiscono discriminazioni sul luogo di lavoro»
Trento. «Come si può pensare che il nuovo Consigliere di parità si faccia carico, con un’indennità ridotta del 40 per cento, dei 150 casi che sono passati per l’ufficio nel 2018?». Sara Ferrari, ex assessora provinciale con la delega alle pari opportunità, è una furia e preannuncia un’interrogazione. La decisione della giunta Fugatti di ridurre da 50 a 30mila euro euro lordi annui l’indennità del Consigliere di parità - con una delibera proposta dall’assessora Stefania Segnana - per Ferrari è l’ennesima dimostrazione dell’incapacità dell’attuale governo di riconoscere le eccellenze trentine. I tagli, tra l’altro, sembrano uno schiaffo alla relazione del Consigliere uscente, Emanuele Corn, che ha sottolineato le difficoltà dell’ufficio a svolgere i compiti previsti proprio a causa dell’esiguità delle risorse. A Corn - manca però l’ufficializzazione - subentrerà Matteo Borzaga, docente universitario di diritto del lavoro, che dovrà svolgere le funzioni con compenso fortemente ridotto.
«Qui non parliamo di linguaggio di genere, che è un tema soprattutto culturale sul quale ci possono essere opinioni differenti. Il lavoro della Consigliere di parità - continua Sara Ferrari - non può essere al centro di disquisizioni politiche o filosofiche. Il lavoro della Consigliera di parità è strettamente legato alla realtà del mondo del lavoro, dove centinaia di donne anche in Trentino subiscono discriminazioni, spesso legate alla maternità».
«Quella della consigliera di parità è l’ennesima eccellenza trentina che il nuovo governo provinciale va a rovinare senza motivo. Rispetto alle altre regioni questa figura - prosegue l’ex assessora - che è vincitrice di un concorso pubblico, viene pagata per rendere un servizio prezioso ai lavoratori e alle lavoratrici che subiscono discriminazione sul posto di lavoro, li segue proprio nelle loro cause di lavoro per portarli a conciliazione con i datori di lavoro. Non fa convegni e basta. Non si capisce perché si debba ridurre questo servizio gratuito per i cittadini trentini che lo hanno apprezzato sempre di più. Una vera priorità reale e quotidiana, come dimostrano gli oltre cento casi all’anno affrontati, che la nuova Giunta non è però capace di vedere. La Consigliera di parità ha un compenso serio perché svolge un lavoro serio».
«La decisione della giunta distrugge l’enorme e faticoso lavoro che è stato fatto per far conoscere questo servizio sul territorio: vien da chiedersi - conclude Sara Ferrari - se chi è ora al governo è consapevole di ciò che fa». G.F.P.