Condannati fuori dalle case Itea, Boccia dice no alla legge Fugatti 

Il ministro lancia la campagna del centrosinistra. Alla serata Pd con il candidato sindaco Ianeselli, il ministro  delle Regioni annuncia che il governo impugnerà la legge provinciale. E sul bonus bebè avverte: «No al cumulo»


GIANPAOLO TESSARI


Trento. Da un lato rassicura la Provincia sulle stabilità futura delle risorse finanziarie (ma non senza dei distinguo), dall’altro fa sapere subito che il governo impugnerà la norma della giunta Fugatti che prevede la revoca della casa Itea per la famiglia di un condannato. Il ministro Dem delle Regioni Francesco Boccia inaugura di fatto la campagna elettorale del candidato sindaco del centrosinistra Franco Ianeselli. Nella sala della circoscrizione della Clarina Boccia e Ianeselli trovano tanta gente chiamata a raccolta dal Pd, non solo addetti ai lavori, anche se tra questi si fanno notare la segretaria Dem Lucia Maestri e i consiglieri provinciali Giorgio Tonini e Luca Zeni, ma anche Ugo Rossi, leader del Patt e grande sponsor proprio dell’ex sindacalista della Cgil.

Il ministro Boccia oggi vede il governatore Fugatti, fa sapere di non voler toccare temi istituzionali, ma qualcosa anticipa. Non in punta di penna: «La cumulabilità dei bonus bebè va discussa: non ci possono essere due o tre entrate allo stesso tempo in una famiglia. Non era questa l’intenzione del legislatore. Lo Statuto è garanzia d’Autonomia ma non deve essere uno scudo per evitare il dibattito. Se sul territorio c’erano risorse per il welfare si adeguino le norme che ci sono. Le case popolari? Non è vero che noi non abbiamo impugnato quello che hanno fatto in Abruzzo: la realtà è che la parte a cui dice di ispirarsi la Provincia di Trento per Itea non va bene in Abruzzo e nemmeno qui. Non ha senso che una famiglia paghi per le colpe di uno suo componente. Il reato è personale, qui non può esserci la legge del taglione. Questa è propaganda, non la consentiremo». L’Autonomia va armonizzata? Per Boccia non ci sono dubbi: «Non ci piace il tutti contro tutti, ci deve essere fiducia tra le istituzioni locali e il governo nazionale. Senza questa premessa mancano unità e solidarietà. Io ho un incontrato Fugatti, sul numero degli anni di residenza, i 10 anni per le case Itea, ci sono imposti dal reddito di cittadinanza, ma io avrei aspettato ad applicarli: Trento dovrà avere un sindaco che collabora con le istituzioni. La gente è stanca di tweet e slogan». Un passaggio lo dedica all’Europa: «I nostri figli sono nati europei e il processo di integrazione europea va costruito, anche a costo di perdere voti nei confronti dei sovranisti».

Franco Ianeselli da parte sua ha già alle spalle la prima settimana di campagna: «Sono giorni belli e la gente ci chiede unità. Noi vorremmo unità tra la città e la provincia, si cresce o si cade assieme. Non faremo contrapposizione tra capoluogo e periferie. L’indice di svantaggio territoriale cui pensa la giunta Fugatti non ha senso. Sul welfare stanno facendo dei grandi pasticci, la gente non è in grado di compilare tanti moduli diversi e non armonizzati. Noi vogliamo lavorare nell’interesse di tutti i cittadini». Intanto il Pd ne approfitta per una sorta di mini consultazione tra i presenti in sala e chiede, con un sondaggio vecchio stile, con caselle da barrare a penna, quali servizi vorrebbero nel proprio quartiere. In tanti scrivono i propri desiderata. Ianeselli se li studierà.















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