Colpo al furgone, si cerca la talpa

L’auto dei banditi non è stata trovata. Si stanno studiando i filmati delle telecamere dell’autostrada



TRENTO. Al setaccio filmati e telepass dell’autostrada. I carabinieri del nucleo investigativo di Trento stanno lavorando senza sosta per cercare di mettere il sale sulla coda dei tre banditi che mercoledì mattina hanno rapinato il furgone portavalori della North East Services, alle poste di San Michele all’Adige. I carabinieri stanno cercando la Fiat Punto con la quale sono fuggiti i banditi. L’auto non è stata trovata. Fatto piuttosto strano. Evidentemente i malviventi sono fuggiti con quella perché erano sicuri che fosse pulita o perché avevano agito con targhe contraffatte e poi le hanno cambiate. L’auto è di quella molto comuni ed è stata scelta sicuramente per questo. Per rendere più difficile l’individuazione della vettura.

Secondo quanto raccontato dalla guardia giurata che era ala guida del furgone, i due banditi che lo hanno affrontato erano italiani, avevano tra i trenta e i quaranta anni e avevano un forte accento meridionale. Elemento questo per cercare di circoscrivere il campo delle indagini. L’accento del sud, in particolare, potrebbe far pensare a banditi professionisti in trasferta. Probabilmente gente abituata a rapinare furgoni portavalori. Il colpo, però, potrebbe avere una matrice diversa da quello clamoroso ai danni del deposito della Tfa a Spini di Gardolo. In quell’occasione, i sospetti si concentrarono sulla mala del Brenta. Questa volta tutte le ipotesi sono ancora valide, ma l’accento dei banditi potrebbe far propendere per un’altra matrice.

Quello che gli investigatori ritengono sicuro è l’appoggio da parte di un basista. Il furgone portavalori, infatti, l’altro ieri era pieno di soldi perché faceva il giro per rifornire di contanti gli uffici postali della zona per il pagamento delle pensioni. Qualcuno, però, deve aver informato i banditi. Il furgone, inoltre, si era già fermato presso altri uffici postali. Quasi sicuramente i banditi lo hanno seguito. Probabilmente lo avevano tenuto d’occhio anche in altre occasioni, altrimenti non si spiega la sicurezza con la quale sono entrati in azione. Da vedere, quindi, dove possono aver preso le informazioni necessarie.

Ma le indagini vanno anche in altre direzioni. Innanzitutto, si studiano le immagini delle telecamere di una banca vicina, ma anche quelle dei caselli dell’A22. Si pensa che i banditi siano fuggiti attraverso l’autostrada, quindi le telecamere potrebbero averne registrato il passaggio. Inoltre viene ricostruita con esattezza la dinamica della rapina. Vengono risentiti tutti i testimoni alla ricerca di dettagli che possano permettere di arrivare a identificare i banditi. Quello che è sicuro è che ormai da tempo colpi del genere non venivano messi a segno. Questo allarma, visto che ormai il Trentino non vedeva da molto tempo rapine in banca. Gli inquirenti, comunque, stanno lavorando a pieno ritmo per cercare di arrivare al più presto ai banditi. Il colpo messo a segno è di quelli grossi, anche se non raggiunge il record dei 5 milioni di euro portati via dal deposito della Tfa proprio a Spini di Gardolo, nella sede che ora ospita la North East.

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