Cibo e sostenibilità ambientale, alta cucina “bocciata”

trento. «Ma se magna qualcos…?!» mormora qualcuno in platea. Siamo al teatro Cuminetti, sono le otto e mezza di lunedì sera, l’ora di cena a Trento è già passata. Ma, in effetti, visto il tema,...


JACOPO STRAPPARAVA


trento. «Ma se magna qualcos…?!» mormora qualcuno in platea. Siamo al teatro Cuminetti, sono le otto e mezza di lunedì sera, l’ora di cena a Trento è già passata. Ma, in effetti, visto il tema, chiederselo viene spontaneo.

Sta per iniziare l’anteprima di Nutrire Trento, il convegno su «Cibo, territorio e sostenibilità», pensato per venerdì (Sociologia) e sabato (Palazzo Geremia) dal Comune. Il tema è semplice: si può produrre cibo evitando di sprecare e di inquinare? Ma se, per quei due giorni, tra la facoltà di Sociologia e palazzo Geremia sono previsti discorsi, lezioni e dibattiti, qui l’atmosfera è decisamente più alla mano.

Si alza il sipario. «In quel tempo la terra era stata resa inospitale – dice una voce fuori campo con tono salmodiante - ma una sedicenne si alzò». E di colpo, con una luce blu e la musica un po’ latineggiante, compaiono sei piccole Greta Thunberg – sei ragazzine di Arte Danza Trento, con le sue stesse treccine e vestite uguale a lei. Danzano un balletto mentre, dietro di loro, viene trasmesso un discorso in cui la vera Greta accusa i potenti di ipocrisia (non quello famoso dove dà in escandescenze, qui è tanto carina, ma la sostanza è quella). Poi, accolto da applausi degno i’un divo, ecco Alfio Ghezzi, 49 anni, già allievo di Gualtiero Marchesi, ex cuoco della Locanda Margon ora occupato con il lancio del ristorante del Mart di Rovereto. «Ci dica, chef – gli chiede Linda Stroppa, giornalista e moderatrice – l’alta cucina può essere sostenibile?» «Di per sé no» è la risposta, si pensi a quanto cibo si spreca a ricercare forme perfette, a quanta energia consumano i frigoriferi, a quanto si inquina a importare ingredienti esotici. «Poi, certo – continua Ghezzi – la complessità deriva anche dall’ingrediente», e si possono privilegiare prodotti di stagione e del nostro territorio: «Ma a meno di vivere fuori da tutte le convenzioni sociali, non si può essere coerenti al 100%». Da qui in poi, è tutto un parlare del risotto alla mortandela, peperoncino bio del Mas del Gnac di Isera e del broccolo di Torbole che – gli hanno allestito dei fornelli apposta – Ghezzi si mette a cucinare sul palco. Tempo un’ora, e tutto finisce. Ora sa di broccolo tutto il teatro.













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