«Cara Anna, grazie del vostro impegno»

La giovane trentina protagonista alla cerimonia, in diretta su Rai 1: suo il primo intervento, poi Napolitano la cita due volte


di Paolo Morando


TRENTO. Si commuove proprio alla fine del discorso, Giorgio Napolitano, quando si rivolge alla giovane trentina, in quel momento seduta a fianco di Agnese Moro, la figlia dello statista: «Cara Anna Brugnolli, cari ragazzi di “Note a margine”, il senso del nostro impegno voi avete mostrato di averlo pienamente inteso e di saperlo portare magnificamente avanti, dialogando con Francesca e Paolo Dendena, con Carlo Arnoldi, e con le due signore, Licia Pinelli e Gemma Calabresi, che incontrandosi tra loro proprio qui tre anni orsono sono divenute l’emblema di un’alta missione comune». Proprio ricordando la Dendena, recentemente scomparsa dopo aver guidato per anni l’Associazione dei familiari delle vittime della strage di piazza Fontana, mentre afferma di dedicarle il Giorno della Memoria celebrato ieri, il capo dello Stato si ferma, in lacrime: «In tutto quel che Francesca vi ha detto e che voi avete raccolto nel libro, cara Anna Brugnolli, io ho trovato una straordinaria lezione di umanità, combattività ed equilibrio, di sapienza e saggezza politica, di senso della democrazia e della nazione». E ancora, citando proprio quanto detto dalla giovane trentina a proposito di Francesca Dendena: «Come suonano drammaticamente vere quelle sue parole, riferite allo shock per la strage di Piazza della Loggia: “Temetti che a quel punto lo Stato democratico avrebbe potuto non reggere”. Un timore che in più momenti, durante quegli anni, assalì anche me». Infine, sempre più commosso: «La memoria delle vittime del terrorismo ha messo alla prova la mia capacità di ascoltare e di immedesimarmi, la mia responsabilità di lettura imparziale, equanime di fatti che chiamavano in causa diverse ed opposte ideologie e pratiche politiche. Trasmetterò il senso di questo impegno a chi mi succederà, così che possa essere portato avanti con immutata convinzione e tenacia».

Che giornata ieri, per i giovani trentini invitati a Roma dal presidente della Repubblica. Iniziata con la deposizione di corone in via Caetani (dove proprio il 9 maggio di 34 anni venne ritrovato il cadavere di Aldo Moro), è poi proseguita al Quirinale con la cerimonia ufficiale, ripresa in diretta da Rai 1. E aperta proprio da Anna Brugnolli, 25 anni, di Trento, che all’Università di Venezia studia Servizi sociali per l’immigrazione e che ha parlato prima di tutti gli altri. Prima di Nicola Simone, vicecapo della Digos di Roma, sfuggito nell’82 a un sequestro delle Brigate rosse. Di Paolo Galvaligi, figlio del generale dei carabinieri ucciso nell’80 sempre dalle Br. Dell’avvocato torinese Giampaolo Zancan, che ha ricordato il collega Fulvio Croce, ucciso nel ’77 ancora dalle Br per aver accettato la difesa d’ufficio dei terroristi, consentendo così l’avvio dei dibattimenti. E di un altro avvocato, il bresciano Piergiorgio Vittorini, legale di parte civile all’ultimo processo per piazza della Loggia e promotore del “Memoriale per le vittime del terrorismo e della violenza politica»: centinaia di formelle con i loro nomi, incastonate proprio nella piazza della strage del ’74.

A Roma con Anna Brugnolli altri quattro trentini, Valerio Rigo, Marco Serafini e Francesca Martinelli, tutti del gruppo di giovani che per Il Margine ha pubblicato nel 2009 “Sedie vuote” e poche settimane fa “A onor del vero” (quest’ultimo dedicato a piazza Fontana), volumi che raccolgono dialoghi con familiari di vittime del terrorismo. Nel secondo in particolare, dedicato a piazza Fontana, con le vedove dell’anarchico Giuseppe Pinelli e del commissario Luigi Calabresi. Così Anna Brugnolli nel suo intervento, svolto senza incertezze: «Dobbiamo a Licia Pinelli l’invito a fare nostro l’invito a non adagiarsi su quello che ci viene detto, di non accettare le cose in maniera acritica, di sapersi ribellare all’ingiustizia e alla menzogna, di mantenere viva la capacità di indignarsi. A Gemma Calabresi siamo riconoscenti per il forte richiamo a resiste ad ogni tentativo di disumanizzazione delle persone, perché ogni persona va considerata come un fine, mai come uno strumento per raggiungere altri scopi. E a Francesca Dendena, che oggi abbiamo voluto ricordare, dobbiamo soprattutto l’appello a non cedere all’amarezza, a considerare la memoria come un fondamento del futuro e a coltivare ogni giorno l’impegno per la costruzione di una democrazia fondata sulla verità e sulla giustizia».

«È stato emozionante - spiegava la giovane trentina nel pomeriggio, prima di un altro impegno con i compagni, la presentazione di “A onor del vero” alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Roma 3 - il presidente ci ha espresso un enorme riconoscimento. Ci aveva anticipato prima della cerimonia che lo avrebbe fatto, ma non pensavo che mi avrebbe citato due volte». Oggi per Anna e gli altri, un’ulteriore fatica: alle 17.30 a Milano al teatro Piccolo nuova presentazione, tra gli altri assieme a Benedetta Tobagi, figlia di Walter, il giornalista del Corriere della Sera ucciso nell’80. Domani il ritorno a Trento per incontrare Marco Tullio Giordana, regista del film su piazza Fontana “Romanzo di una strage”, alle 17.30 al liceo Da Vinci e alle 20.30 al cinema Astra. È finita? Macché: venerdì prossimo altra presentazione a Brescia. Proprio assieme a Giordana.

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