Cambia gestore, mesi in perdita

Tione, il benzinaio Scandolari accetta la proposta di una compagnia telefonica e si ritrova senza linea


di Ettore Zini


TIONE. Diffidare delle proposte, anche allettanti, che arrivano dai call center, a volte non basta. Ne sa qualcosa Giuliano Scandolari, titolare di uno dei distributori Esso più vecchi d’Italia. Da ben 88 anni sulla piazza di Tione. La storia, però, non centra con le pompe di benzina. Riguarda i telefoni. Cliente Telecom da tempi immemorabili (suo uno dei primi telefoni arrivati a Tione), lo scorso 23 gennaio riceve una telefonata.

A rispondere è Giuliana, la contabile della ditta. Dall’altro capo del filo c’è una voce suadente. Propone il cambio di utenza. La formula è nota: «Scegli il risparmio: parli e navighi senza limiti!». Alle insistenze della telefonista che invita ad aderire alla promozione (“Se cambi niente più il canone, ma solo il traffico”), il titolare chiede alla dipendente di farsi inviare, via mail, copia del contratto. Vuole verificare la veridicità dell’offerta, prima di decidere. Non l’avesse mai fatto! Manco il tempo di abbassare la cornetta, e in risposta, arriva il ringraziamento per la fiducia accordata. In pratica, quel semplice contatto telefonico, con richiesta di delucidazioni, ha fatto scattare il cambio di utenza. Da quel giorno la ditta Scandolari non è più cliente Telecom ma utente BT: azienda fornitrice di servizi di telefonia, con uffici legali a Milano e sede operativa a Palermo. Il titolare dell’azienda, resosi conto dell’accaduto, invia alla BT lettera di disdetta/recesso. E qui inizia la parte più spinosa della vicenda. In pratica il benzinaio si trova di fronte a un muro. L’azienda non solo fa melina, ma addirittura inizialmente si rifiuta di comunicare il codice di migrazione Olo, il numero di 19 cifre, che permetterebbe di tornare al vecchio gestore.

Per otto giorni il distributore rimane senza linea telefonica, con quel che ne consegue per i pagamenti con le carte di credito. «Quasi tutti i miei clienti – spiega Scandolari – pagano tramite bancomat, o carta aziendale». E anche quando gli viene ripristinata la linea BT, e non più Telecom, il modem della nuova ditta fornitrice non è provvisto di Isdn, la linea su cui passano i pagamenti della Esso Card. «Un vero disastro per la mia azienda», spiega il titolare, che ha moltissimi clienti che pagano con la carta aziendale. «Anche se avessi voluto accettare la proposta dei nuovi arrivati, non avrei potuto, in quanto dalla linea Isdn passano tutti i pagamenti che vanno direttamente alla Esso, che poi provvede a restituirmi le somme, detratte dalle provvigioni». Morale: il distributore è ancora a credito dalla Esso 12.000 euro di pagamenti fatti con card dell’azienda. Oggi, dopo un’infinità carteggi, ore spese a chiedere il ripristino della vecchia utenza e le arrabbiature da shock coronarico, è riuscito a riavere un nuovo contratto Telecom. Ma è ancora in attesa di allacciamento, che salvo imprevisti dovrebbe arrivare a giorni. Dalla chiamata che prometteva risparmio di quattrini, sono passati due mesi. E, oltre ai travasi di bile, bisognerà poi conteggiare l’andirivieni di tecnici, di disdette e nuovi allacciamenti. «Ancora non so quanto mi costerà questo scherzetto - dice il benzinaio – ma vi assicuro che, per chi ha un’azienda e una partita Iva, è stata un’esperienza terrificante».













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