l'imprenditrice

Bralska e l’amore per le unghie «Finiti gli studi, il mio negozio»

L’anno scorso, la sua nuova avventura “in proprio”. «Ho aperto Partita Iva e mi sono buttata»


Daniele Peretti


ROVERETO. Il record di Patrycja Bralska può essere quello di aver aperto partita Iva come primo lavoro: esperienza zero, ma tanta voglia di lavorare. Del resto è cresciuta in una famiglia da sempre libera professionista e quella posizione è diventata il suo sogno. Lavorava di giorno per poter frequentare la scuola serale, poi i corsi di specializzazione e nel giugno dello scorso anno l’apertura della partita Iva ed il primo ottobre l’apertura del suo negozio in via Zotti a Rovereto.

Ci raccontiamo?

«Volentieri. Sono nata in Polonia a Ostrolika, una città ad un centinaio di chilometri da Varsavia, sono in Italia da quando avevo tre anni. Tutte le scuole le ho fatte a Rovereto e dopo le medie mi sono iscritta ai corsi serali delle Barelli frequentando l’indirizzo unghie, ciglia e sopracciglia. Dopo essermi diplomata ho fatto l’anno integrativo e poi corsi di specializzazione ed a 26 anni ho aperto il mio negozio».

Lavorava per mantenersi gli studi: una valutazione di questa esperienza?

Molto importante perché mi ha fatto capire che essere una dipendente non era il mio ruolo.

Perché?

Prima di tutto caratterialmente. Più che indipendente, direi troppo creativa per uniformarmi alle linee proprie di un lavoro organizzato dagli altri. Poi sono cresciuta in una famiglia di lavoratori in proprio e quella era la mia cultura, per questo appena possibile ho cominciato a lavorare.

Nessuna esperienza nel settore?

Un periodo come affitta cabina in un salone di bellezza di Rovereto dove si lavorava insieme, ma di fatto era come se fossi stata sola.

Chi entra nel “suo” Nails&LashesLab cosa trova?

Una proposta specializzata e non generalizzata su ricostruzione unghie, extension per ciglia e sopracciglia: i tre interventi per i quali ho studiato e che continuo a studiare.

Clientela solo femminile o anche maschile?

A parte gli amici che vengono per regolare le sopracciglia, solo femminile.

Con le clienti è più facile discutere e trovarsi in linea.

Non faccio tutto, ma solo quello che mi convince e se non lo sono non assecondo la cliente, ma semplicemente le dico che non faccio il lavoro.

Un esempio?

La richiesta di una mandorla corta su unghie corte.

Meglio spiegare.

La mandorla va sovrapposta all’unghia esistente dandole una forma a mandorla - l'alternativa sarebbe l’unghia a forma quadrata – che però porta all’effetto desiderato solo se applicata su un’unghia medio lunga. Allora le dita risultano più affusolate e in un certo qual modo tutta la mano appare più snella.

Sull’unghia ricostruita ogni quanto tempo si deve intervenire?

Ogni tre o quattro settimane. Similmente a ciglia e sopracciglia.

Una curiosità, ha un portafortuna in negozio?

Il mio portafortuna è mia madre Eva che mi ha sostenuto fin dall’inizio. Ha sempre creduto nella mia idea e mi ha dato un importante aiuto morale, mi è vicina anche adesso che l’attività è avviata. Pensi che ho dovuto fare una lista d’attesa perché ho giugno al completo.

Chi è stato a scegliere l’arredamento?

Beh la mamma è sempre la mamma e quindi sono state scelte condivise, ma anche molto semplici. Ho scelto un arredamento minimale al limite dello spoglio, ma che per me è semplice come mi piace, ma anche molto accogliente.

La sua clientela?

Di tutte le età. Si va dalle neo maggiorenni alle signore di 73 anni.

Ventisei anni e un’attività avviata da poco, ci sono già anche altri progetti?

Tanti o forse troppi. Uno al quale ho sempre pensato è quello di creare un’accademia tutta mia ed è un progetto che sta muovendo i primi passi. A fine mese sarò docente ad un corso di formazione di manicure per alcune operatrici dell’Hotel San Giacomo di Brentonico al quale ne seguirà un secondo completo, cioè manicure, ciglia e sopracciglia. Poi vorrei ampliarmi, ma non trasferirmi da via Zotti, mi piace troppo la zona.

I lavori subito evidenti come i suoi sono accompagnati anche dall’ansia di capire il gradimento del cliente. Si emoziona?

Beh tutte le volte che mi fanno i complimenti. Poi è vero che il lavoro finito non è una sorpresa, ma viene ultimato sotto gli occhi della cliente, però vederla soddisfatta è sempre un’emozione. Come lo è quella del passa-parola. Accogliere una nuova cliente che mi dice di essere stata mandata da una sua amica che ha fatto il lavoro da me ed è molto contenta, questo mi fa molto piacere e mi emoziona.

Sulle spalle non solo l’attività in proprio, ma anche gli orari per giornate che affronta sola, non le pesano?

Il lavoro che piace non pesa mai. Certo ci sono dei momenti di stanchezza o di invidia per le amiche che magari possono fare tardi la sera, mentre io devo andare a casa presto perché alla mattina devo aprire il negozio. Però mi fermo un attimo a pensare e poi riparto. Ad inizio estate sono più stanca e penso alle ferie, poi però le clienti telefonano e chiedono appuntamenti e tutto passa.

Il suo negozio è decisamente una sua creatura, come la definirebbe?

Una soddisfazione personale nel vedere realizzati i miei sogni. Un punto d’incontro con tante donne che altrimenti non avrei mai conosciuto, molte delle quali non sono solo clienti, ma sono diventate anche amiche. Ma anche una conferma di come si debba sempre credere in quello che ci si sente di fare. Sacrifici e scelte di vita che valgono la pena di prendere per realizzare i propri sogni.

 













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