Bioenergia, il traino per Fiemme green 

Oggi visita alla Centrale, tavola rotonda e festa. L’ex assessore provinciale Mauro Gilmozzi: «Tutta la valle si è modellata attorno  all’azienda». Dalle campagne delle imprese locali al marketing territoriale: «Un esempio di come l’economia circolare produca lavoro, ovunque»


Danilo Fenner


Cavalese. Esiste un “sistema Fiemme”. Di più, un vero e proprio brand. Dici val Di Fiemme in Italia e la mente va all’economia circolare, allo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali. Tanto che negli ultimi anni anche il marketing vi si è adeguato. Vedi le promozioni dell’Apt locale. Ma vedi anche le campagne di aziende storiche come La Sportiva o Felicetti, che puntano proprio sui concetti-chiave di sostenibilità, di rispetto ambientale per affermare la propria immagine. E fanno delle certificazioni ambientali uno dei punti di forza della penetrazione sui mercati nazionale ed esteri.

Insomma, se fino a non molti anni fa funzionava ancora il richiamo della montagna tradizionale, con le immancabili piccozze e gli edelweiss, oggi la fonte di ispirazione dei creativi è il protocollo di Kyoto.

«Il grande lascito di Bioenergia Fiemme è questo» afferma uno dei “papà” di questa scommessa ormai ventennale, l’ex assessore provinciale (e prima ancora sindaco di Cavalese) Mauro Gilmozzi. Secondo cui i veri protagonisti della festa sono i cittadini della valle: «I due giorni di celebrazione dei vent’anni dell’azienda hanno lo scopo, direi principale, di restituire tutto questo ai cittadini di Fiemme, di renderli orgogliosi di quello che, anche con loro, si è riusciti a fare».

Cittadini che, ricordiamolo, sono parte attiva dell’azienda, avendo sottoscritto vent’anni fa, nel 1999, un miliardo di lire sui sei complessivi di capitale sociale. Bioenergia Fiemme è anche, e soprattutto, roba loro.

«Non era così scontato che ci riuscissimo» prosegue Gilmozzi. «Vent’anni fa parlare di Kyoto, di sostenibilità e di energie alternative, in una valle che si stava metanizzando, non era per niente facile».

La scommessa è stata quella di andare al di là di un’azienda, per concepire un progetto di valle. Scommessa riuscita. La produzione di un’energia alternativa (prima dagli scarti del legno, ora anche dal rifiuto umido) ha fatto da esempio su cui rimodellare un po’ tutto. Fiemme è al top in Italia per la raccolta differenziata (oltre l’85%). La mobilità di valle è concepita nel rispetto dell’ambiente. Negli anni sono nate qui molte attività imprenditoriali che lavorano nel campo dell’acqua o dell’aria. «E’ un esempio di come una valle possa diventare attrattiva nei confronti dell’imprenditoria e sviluppare lavoro» afferma Mauro Gilmozzi. Come trasformare insomma i limiti di un territorio periferico, di montagna, in una opportunità.

Tutto questo entra pienamente nella due giorni di celebrazioni di Bioenergia Fiemme. Ieri, nel “talk” in stile TedX che ha visto fra gli altri relatori il vescovo Tisi, il professor Salamini e Annibale Salsa. Oggi, nell’iniziativa delle “porte aperte”, a cui tutti i cittadini possono prendere parte, a partire dalle 17 circa quando è previsto un momento di confronto alla presenza del presidente della Provincia Maurizio Fugatti e altre autorità provinciali e locali, moderato dal direttore del Trentino, Paolo Mantovan. Sarà anche l’occasione per conoscer i dettagli del nuovo “progetto essenze” . Di cosa si tratta? Si parte dall’utilizzo di un ulteriore scarto dell’attività dell’impianto di Bioenergia, ossia il calore emesso tramite alcuni fumi dalla centrale che, trasformato in vapore, serve a lavorare la parte verde delle conifere degli abeti. Da cui - nei prossimi mesi - verranno estratti preziosissimi oli essenziali di conifera che saranno poi utilizzati nel settore della cosmetica e del benessere.

La serata prosegue con la festa, la musica e i percorsi gastronomici proposti dallo chef Alessandro Gilmozzi, del Birrificio di Fiemme, della Cooperativa Terre Altre, del Caseificio sociale di Cavalese. Sarà possibile visitare gli impianti e gli stand dedicati alla mobilità sostenibile. E per finire, una misteriosa “sorpresa” conclusiva.













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