TRENTO

Bilancio di fine mandato, Andreatta soddisfatto del lavoro svolto a Trento

«In 22 anni tante opere affinché la gente potesse vivere meglio»



TRENTO. «I miei 22 anni in Giunta sono stati caratterizzati da un'attività continua di riqualificazione della città. Tante opere affinché la gente potesse vivere meglio la propria città». Lo ha detto il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, nella conferenza di fine mandato, convocata questa mattina a palazzo Geremia.

«Sono orgoglioso del quartiere delle Albere, il centro storico di Piedicastello, la pedonalizzazione di San Martino e piazza santa Maria Maggiore, la pianificazione destra Adige. Abbiamo reso Trento una città verde, con parchi e piste ciclabili, una città d'arte, con eventi e manifestazioni di grande richiamo», ha aggiunto Andreatta. Andreatta iniziò il proprio mandato nel Consiglio comunale di Trento nel 1995. Nel 1998 entrò per la prima volta in Giunta, mentre nel 2010 venne eletto sindaco. Il secondo mandato iniziò nel 2015. Andreatta, che rimarrà sindaco fino al 21 settembre 2020, non si presenterà alle prossime elezioni amministrative. «Al prossimo sindaco - ha concluso Andreatta - auguro di trovare unità nel Consiglio e con la Giunta, nel rispetto delle differenze, per fare il meglio per la propria comunità». Assieme al sindaco era presente alla conferenza stampa l'ex direttrice generale del Comune di Trento Chiara Morandini.

«Non smetterò di interessarmi alla politica, e mi piacerebbe portare la mia esperienza in una scuola di formazione politica. Ma non subito: ora ho bisogno di staccare», così Andreatta sul suo futuro. «Mi dedicherò alla scuola, la mia attività lavorativa, e ai miei nipoti. Mi piacerebbe tornare anche da dove sono partito, cioè al volontariato, scegliendo due o tre campi di azione per fare al meglio», ha precisato il sindaco. Tra i rimpianti degli ultimi dieci anni come primo cittadino, Andreatta ha citato la mancata attuazione del piano urbanistico elaborato dall'architetto spagnolo Joan Busquets e i progetti inattuati degli spazi sicuri per i padri divorziati e per la comunità dei sinti.













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