Assalto a «Buonissimo», l’unico supermercato aperto a Santo Stefano

Roveretani e turisti a caccia di specialità e degli ultimi regali. Folla anche al bar Il titolare: «In città anche ristoranti e caffè erano chiusi. Così non si fa turismo»


di Paolo Tagliente


ROVERETO. È stato un Santo Stefano buonissimo per il titolare del supermercato “Buonissimo” di via Benacense. Un gioco di parole banale, certo, ma assolutamente efficace per raccontare dell’ottima risposta di clientela avuta ieri dal punto vendita di Davide Martini che, unico in tutta la città, è rimasto aperto. Fino alle 13, infatti, tra gli scaffali e al bar di “Buonissimo” c’è stata una vera e proprio folla. «Siamo contenti – commenta Martini – perché la gente che è venuta da noi è stata davvero tanta. Molti i roveretani, ma anche i turisti sono arrivati numerosi a comperare specialità trentine da portare a casa o a caccia degli ultimi regali». Un debutto, l’apertura del 26 dicembre, che segue un primo ed altrettanto positivo “esperimento”, compiuto da Martini il 5 agosto scorso. «In occasione della festa della Madonna della Neve – spiega – avevamo deciso di tenere aperto e i clienti non erano certo mancati. Anzi. E così abbiamo deciso di bissare per Santo Stefano». Tutto bene, insomma, ma viene naturale chiedersi come i dipendenti di Martini abbiano preso l’idea di lavorare anche il giorno dopo Natale. «Nessuna protesta e nessun mugugno – continua il titolare del supermarket – perché li ho informati già due mesi fa e ho chiesto loro chi fosse disponibile a questa iniziativa. Nessuna imposizione, insomma. Oggi eravamo uno per reparto, quattro in tutto, e l’attività s’è svolta regolarmente».

Ma essere l’unica attività aperta in una città come Rovereto ha trasformato “Buonissimo” anche in un punto informativo oltre che in centro di raccolta lamentele. Ruoli, questi, che portano Martini ad amare considerazioni. «Tantissimi turisti – racconta – arrivavano alla cassa e chiedevano dove poter andare a mangiare perché, dopo aver fatto un giro in centro, non avevano trovato nemmeno un ristorante aperto e altrettanti si lamentavano che anche i bar fossero tutti chiusi. Ai primi ho detto che probabilmente l’unico posto in cui mangiare era McDonalds a Mori Stazione mentre gli altri brioche e cappuccino li hanno consumati qui da noi, dove c’è anche il bar. Impossibile non pensare al fatto che nonostante Rovereto punti sempre più a diventare una città turistica, tra gli operatori economici manchi ancora la mentalità giusta, quella che dovrebbe spingerci a garantire sempre un servizio, come pane e latte freschi, sia all’ospite ma anche al roveretano. Sia ad agosto che oggi io ho lavorato molto perché tanta gente ha trovato qui da ciò che cercava. Inutile poi lamentarsi che c’è crisi e che si vende poco: tenendo abbassate le serrande è impossibile guadagnare, no?»

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