Arriva il virus, stop all’affitto: la bella storia del bar Veneto 

Un gesto generoso. Il gestore, Giancarlo Galvagni, ha rilevato l’ex Zorba’s e inaugurato il locale rinnovato il 9 marzo «Le proprietarie mi hanno detto di non pagare la locazione per marzo e aprile. Sarebbe bello se altri seguissero l’esempio»


Valentina Leone


Trento. Dopo un anno di attesa, di lavori, migliorie e imprevisti, era finalmente arrivato il momento dell’apertura, in un posto caro a tanti abitanti della zona: l’ex Zorba’s, al civico 79 di via Veneto, locale molto amato soprattutto dai nottambuli che non disdegnano una birra a tardissima ora, il 9 marzo era finalmente stato inaugurato nella nuova veste di bar Veneto. A rilevarlo, nel marzo dello scorso anno, Giancarlo Galvagni, nome noto in città per aver aperto diversi bar storici, tra cui il Ristretto di largo Prati e il Cavallino bianco di San Martino. Tempo tre giorni, però, e il 12 marzo è arrivato lo stop ufficiale all’attività a causa dell’emergenza sanitaria. Eppure qualcuno ha deciso di tendere una mano all’imprenditore, che già per una serie di problemi aveva dovuto aspettare un anno per aprire l’attività: le tre sorelle proprietarie delle mura, infatti, gli hanno concesso di non pagare l’affitto per i mesi di marzo e aprile. «Mi hanno detto che visto quello che stava succedendo non mi sarei dovuto preoccupare, ci saremmo riaggiornati una volta rientrata la situazione», racconta Galvagni. «Ci tengo a raccontare la mia esperienza anche però per dire che queste tre signore, le sorelle Pasolli, sono a mio avviso delle mosche bianche. E invece sarebbe bello se tutti, almeno tra chi può, seguissero l’esempio». Una richiesta avanzata anche dallo stesso sindaco di Trento Alessandro Andreatta, che si è appellato al buon senso dei proprietari di immobili affittati ad attività, chiedendo di sospendere le richieste di canone mensile fino alla fine dell’emergenza.

Le signore Pasolli si sono rivelate in effetti un’eccezione positiva in tutto e per tutto, come racconta Galvagni. «La gestione Zorba’s si era conclusa nel gennaio del 2019, noi poi abbiamo rilevato l’attività subito dopo e a fine marzo ci sono state consegnate le chiavi dell’immobile. Come mai son passati quasi 12 mesi? Perché è emerso che le fognature non erano a norma, quindi sono stati necessari una serie di lavori. Le proprietarie delle mura anche in questo caso, oltre ad essersi accollate interventi al locale decisamente importanti e onerosi, mi hanno sospeso il canone fino all’apertura dell’attività. E parliamo di serramenti cambiati, bagni nuovi, monta-scale per disabili: opere sostanziose. Devo dire quindi che la mia è una situazione non comune, ma credo che tutti dovrebbero seguire l’esempio di queste signore e, in una situazione come questa, tendere una mano».

E alla fine di questa emergenza, forse saranno in tanti a ringraziare queste signore per aver aiutato un imprenditore a reggere il colpo: «Vorremmo che il bar diventasse un luogo di aggregazione per il quartiere, un punto di riferimento. Come è stato, del resto, a partire dal 1965: allora, quando aprì per la prima volta, si chiamava proprio bar Veneto, e divenne poi Zorba’s solo agli inizi del 2000, quando lo rilevò Dennis Forti. E per questo abbiamo deciso di ridargli questo nome: dentro il locale abbiamo un quadretto con quella prima vecchi licenza, e appena riapriremo ci verrà consegnata la targa di bar storico».

Galvagni, come tanti altri colleghi del settore, attende la possibilità di riaprire: «Ma non ci stiamo scoraggiando, e anche per questo abbiamo deciso di tenere illuminato: la sera si accende un neon blu. Il bar c’è, noi ci siamo. In attesa di poter finalmente rialzare le serrande».















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