Arriva il «software» che prevede i delitti
Si chiama eSecurity ed è stato messo a punto da Università di Trento, Fbk Comune e Questura: «Uno strumento che aiuterà la sicurezza dei cittadini»
TRENTO. Un software in grado di predire i delitti e prevenire la criminalità, per migliorare la sicurezza e la fiducia dei cittadini. L’idea, apparentemente fantascientifica, evoca, immediatamente, realtà futuristiche come quella descritta da Steven Spielberg nel film Minority Report, dove il protagonista Tom Cruise si muoveva in una Washington del 2054 ormai priva di omicidi grazie a un sistema di previsione dei crimini.
Oggi, però, questo scenario sembra meno lontano di quanto si possa immaginare in forza di un progetto messo in piedi dall’Università di Trento, la Questura, l’Fbk ed il Comune di Trento e finanziato dalla Commissione Europea. Si chiama eSecurity ed è stato presentato ieri in Rettorato, in via Belenzani, alla presenza della rettrice Daria de Pretis, del questore Giorgio Iacobone, dell’assessore comunale alle politiche sociali Violetta Plotegher, del segretario generale dell’Fbk, Andrea Simoni e del capo delle volanti della polizia Salvatore Ascione. Il coordinatore scientifico del progetto e del gruppo di ricerca eCrime, che s’è aggiudicato gli oltre 400.000 euro di finanziamento europeo, è Andrea Di Nicola, ricercatore di Giurisprudenza e docente di criminologia, che spiega: “Gli studi dimostrano che gli eventi delittuosi tendono a concentrarsi in alcuni luoghi e a ripetersi negli stessi secondo flussi comportamentali legati, per esempio, alla più o meno intensa luminosità delle giornate, a momenti specifici dell’anno, vacanze o festività, a un certo tipo di meteorologia, e ad altri elementi caratterizzanti. Ebbene con eSecurity intendiamo utilizzare ed incrociare i dati sui crimini denunciati alle forze dell’ordine, quelli sulla percezione di sicurezza dei singoli cittadini nei vari quartieri della città e quelli raccolti con le indagini di vittimizzazione della comunità, che significa capire se il singolo abitante di uno specifico luogo ritenga di aver subito un crimine, magari senza averlo poi denunciato alle forze dell’ordine. In questo modo siamo in grado di comprendere dove e come indirizzare gli interventi della polizia, possiamo decidere con maggior efficacia come allocare le risorse e sviluppare strategie d’intervento più mirate con controlli e pattugliamenti. ESecurity – aggiunge Di Nicola – è un progetto unico in Europa e anche nel mondo sono pochissime le realtà che hanno già sviluppato sistemi simili: una è quella di Memphis dove la gestione del software è stata affidata a IBM e l’altra è Los Angeles che s’è servita dell’Università della California. Ma questi sono puri progetti di polizia predittiva. Il nostro aggiungerà all’aspetto di analisi dei dati sui luoghi e sulle tempistiche degli eventi criminali anche quello di confronto con altre variabili quali quelle ambientali e socio demografiche, per esempio se in quella zona c’è una concentrazione di abitanti più giovani o meno, se è ben servita con i mezzi pubblici, lo stato di degrado o inquinamento. Le informazioni georiferite, così, saranno ancora più complete e sarà possibile predire, con ancora maggior esattezza, il “dove” e il “quando” si verificheranno i delitti e anche il “perché” così da poter intervenire non solo per reprimere ma anche per prevenire i crimini”. “Un prototipo di eSecurity è già stato sviluppato in Fbk – conclude Simoni – e tra 30 mesi dovremmo concludere il progetto definitivo”.
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