Anni di botte alla compagna: arrestato per maltrattamenti
In manette un imprenditore agricolo. La polizia ha fermato l’uomo, un 39enne trentino Dopo l’ennesimo ricovero in pronto soccorso, la donna lo ha denunciato per le violenze
Trento. Era stato ammonito dal Questore già due volte. La prima cinque anni fa, per violenze nei confronti della propria compagna, la seconda nel 2017, per episodi analoghi nei confronti della nuova compagna. Ma la situazione non è migliorata, e mercoledì sera l’uomo è stato arrestato dagli agenti della Squadra mobile della polizia, inviati dalla Procura.
In manette - e ora ai domicliari, a casa dei genitori - è finito C.L., piccolo imprenditore agricolo trentino, 39 anni, che negli ultimi quattro anni avrebbe più volte picchiato e oppresso psicologicamente la sua compagna, una trentina di 30 anni, madre di quattro figli minori, di cui tre avuti da una precedente relazione, e una dall’uomo che l’ha maltrattata. Uno di questi episodi ha costretto la donna a rivolgersi al pronto soccorso del Santa Chiara, la sera del 13 novembre, per una frattura scomposta dell’orbita oculare sinistra. La tipica lesione di chi ha ricevuto un pugno in faccia, ma lei, all’atto di ritirare il referto, non ha voluto dare spiegazioni. Così i sanitari hanno segnalato l’episodio alla Questura, che ha subito inviato gli uomini della Mobile per capire cosa fosse davvero accaduto. Quella che era iniziata come una raccolta di informazioni ha preso ben presto la forma di una vera e propria denuncia, con accuse gravissime e circostanziate. La donna ha raccontato agli agenti di maltrattamenti e violenze, fisiche e psicologiche, patite dal almeno quattro anni dal suo compagno. Le indagini, portate avanti dalla Mobile, coordinata dalla Procura, hanno fatto emergere una catena di episodi violenti, iniziati nel 2016. Addirittura mentre era incinta del loro bambino, in una banale discussione, l’avrebbe afferrata per il collo colpendola più volte con delle testate al volto. Innumerevoli gli episodi di violenza, mai denunciati per paura di ritorsioni. I più gravi nel 2017, quando la donna era stata colpita con vari pugni all’occhio ed al naso. E ancora, nel 2019, quando era convalescente dopo un’operazione chirurgica: il compagno le aveva sferrato un calcio. Ed anche quest’anno, quando la donna era stata letteralmente scaraventata per le scale dal convivente dopo una discussione.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata proprio la sera del 13 novembre: lei si era pigliata un pugno in faccia dopo che il compagno aveva chiamato la suocera elencandole le supposte mancanze e inaffidabilità della donna nella gestione familiare. La figlia diciassettenne era intervenuta per smentirlo e lui per rappresaglia era salito nella stanza della ragazza devastandola e poi prendendosela con la compagna, colpendola in pieno viso. La donna, molto provata dalla vicenda, è difesa dallo studio legale Vernillo - Saracino, che sta corroborando le risultanze delle indagini con ulteriori prove dei maltrattamenti a cui la trentenne è stata sottoposta nel corso degli anni.