«Anna, donna di pace e insegnante vigorosa»

Nella pieve di San Floriano, a Lizzana, il funerale dell’insegnante in pensione Don Fiorenzo Chiasera ai familiari: «L’amore è più forte della morte»



ROVERETO. In prima fila, nell’antica pieve di San Floriano, c’era il «suo Dolfo» - come l’ha chiamato affettuosamente don Fiorenzo Chiasera, originario anche lui della Vallarsa - in camicia bianca e pantaloni scuri. Accanto a lui anche i suoi tre figli Chiara, Luca e Adriano. Poco distante, sotto l’affresco del Battesimo di Gesù, la bara in legno chiaro, avvolta da un grosso mazzo di fiori bianchi, che accoglieva le spoglie della professoressa Annamaria Necchi, in Iseppi, investita da un camion in retromarcia martedì scorso in via Porte Rosse. Nella navata centrale e nei due bracci della chiesa crociforme, una folla commossa, silenziosa e ancora attonita per una «amara morte che lascia sbigottiti», ha detto, don Fiorenzo (concelebranti il parroco don Elio Paradisi e padre Lorenzo Prezzi). Don Fiorenzo, nella sua lunga omelia, ha ricordato la figura di quella «donna di pace» che sapeva sempre sorridere, contagiando le persone che le stavano accanto. Donna solare, ma colleghi e alunni la ricordano «vigorosa nell’insegnamento - ha detto don Fiorenzo - ma dal cuore grande di donna e di madre». La professoressa Necchi era «faceta, buffa, scherzosa e ilare», ha ricordato ancora don Fiorenzo, ma irreprensibile sul lavoro. In quarant’anni di insegnamento alle scuole medie Halbherr (il destino l’ha portata ad essere travolta ed uccisa a due passi dal parcheggio della sua scuola), Annamaria Necchi in Iseppi ha lasciato un bellissimo ricordo di sè: «La sua allegria contagiava, metteva a proprio agio, anche i colleghi appena arrivati, tutti legavano con lei».

Il dramma di martedì mattina, in via Porte Rosse, ha scosso tutta la comunità di Lizzana. «Una morte violenta e raccappricciante» di una persona che si dedicava ormai «al suo Adolfo» e ai suoi nipotini, dopo aver trascorso una lunga vita provata anche «dalla sofferenza notevole, dalle malattie e dagli acciacchi». Don Fiorenzo ha esortato la sua famiglia a non mollare, citando l’apostolo Paolo: «Noi non siamo come quelli che sono senza speranza, non è un abisso immenso come è cantato dal Leopardi nel suo cantico più bello, il Cantico del pastore errante. L’amore - ha gridato don Fiorenzo - è più forte della morte». Prematuramente e tragicamente strappata alla sua famiglia, resta il ricordo vivo del sorriso della professoressa Necchi, «un faro di luce» per don Fiorenzo e per tutte le persone che hanno avuto modo di incontrarla e conoscerla. La folla di persone (fra cui il sindaco di Rovereto Andrea Miorandi e il presidente dell’Apt , l’avvocato Germano Berteotti), terminata la funzione in chiesa, ha salutato per l’ultima volta a Lizzana la loro compaesana. Il feretro è stato accompagnato e poi seppellito nel cimitero di Valmorbia: Annamaria Necchi riposerà in Vallarsa, paese d’origine del marito Adolfo Iseppi.

Come si ricorderà, la sciagura è avvenuta martedì mattina. La professoressa Necchi, 71 anni, in pensione dopo aver insegnato per quarant’anni alle scuole medie Halbherr, di ritorno dall’Orvea 2000, trascina il carrello della spesa. In via Porte Rosse, un grosso camion è in sosta, con il motore acceso. La professoressa gli passa accanto, ma quando il mezzo innesta la retromarcia viene travolta. Muore sul colpo.(n.f.)

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