All’Itt Buonarroti dove a interrogare è il robot 

Il futuro tra i banchi. Nell’istituto più grande della Provincia le nuove tecnologie dominano:  lezioni e e verifiche con il tablet, corsi di cyber security e gestione di sistemi autonomi


Ubaldo Cordellini


Trento. Quando il professor Salvatore Torrisi digita le impostazioni Nao, un robot alto mezzo metro, inizia a interrogare gli alunni della prima classe del corso in Digital Science dell’Itt Buonarroti. E Nao non è che una delle novità del nuovo corso di quella che è la scuola più grande del Trentino con 1560 studenti, 220 insegnanti, 5 indirizzi diversi e oltre 24 mila metri quadrati tra aule e laboratori. Una città nella città coordinata da Laura Zoller, una dirigente che è laureata in Filosofia, ma con indirizzo logica matematica, e ha avuto anche esperienze di insegnamento in Africa. Una città che si muove a tutta velocità verso il futuro rivoluzionando il vecchio cliché dell’istituto tecnico destinato a chi è poco pratico di libri e di studio. Ora di libri al Buonarroti, volendo, se ne può anche fare a meno, visto che ormai in 7 classi si usa quasi esclusivamente il tablet. «Una modalità tutta nuova di insegnare e anche di imparare, noi insegnanti carichiamo i compiti sulla piattaforma schoolwork, i ragazzi li fanno e noi possiamo correggerli tutti in rete», spiega Daniela Gruber, insegnante di italiano e storia. Stefano Morelato, anche lui docente di italiano e storia al biennio, aggiunge: «I tablet permettono ai ragazzi anche di elaborare quiz e fare gare sia tra di loro che con altre classi». Al piano di sopra in un’aula senza cattedra e con i banchi a isola, Cristina Mosna usa il tablet per interrogare i ragazzi della prima classe del corso in Digital Science, in cui si affrontano materie come cyber security e sistemi autonomi, e loro rispondono dal posto.L’insegnante di informatica Giacomo Colle spiega come i ragazzi siano ormai proiettati sulle novità. Già, perché la ricchezza di questa scuola sta proprio nell’alleanza tra insegnanti e ragazzi. In tutti e cinque gli indirizzi. Lo si vede ad esempio in uno dei laboratori dove una quarta di Biotecnologie sanitarie sta mettendo a punto l’esperimento da svolgere insieme alle insegnanti Lucia Russo e Cristina Arlati. In molti spiegano che dopo la maturità vogliono iscriversi a medicina, un tempo terreno di caccia dei liceali. Ma c’è anche la proiezione internazionale. La docente Stefania Stani ad esempio dialoga inglese fluente con ragazzi che stanno per partire per 3 settimane per Amsterdam per un progetto di cittadinanza europea che vede uno scambio con un liceo olandese. «La scuola segue progetti di alternanza scuola lavoro con ben 546 aziende», spiega la preside Zoller e Lucia Marchi, docente di Chimica aggiunge: «Come si fanno le materie scientifiche da noi non si fanno altrove e i ragazzi sono molto richiesti». Colle aggiunge: «Addirittura ci sono aziende che assumono i ragazzi e li fanno lavorare part-time con l’impegno che si laureino». E c’è chi, attirato da tanta dinamicità, si iscrive anche ai corsi serali coordinati da Sebastiano Izzo, docente di biologia: «C’è chi arriva alle 18.50 sporco ancora di cantiere. In molti hanno voglia di migliorarsi sul lavoro e di crescere». E la scuola fa di tutto per stare al passo, racconta Leonarda Raffoni, responsabile dell’innovazione: «Tutto, dagli arredi ai computer, fino ai tablet, ma anche ai laboratori e alle metodologie didattiche sono indirizzate all’innovazione».













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