Addio a Sandro Boato, poeta “verde” 

La scomparsa. Urbanista, ambientalista, co-fondatore dei Verdi italiani assieme ad Alex Langer, apprezzato poeta, se ne è andato ieri all’alba Il ricordo del fratello Marco: «Con lui sempre un rapporto di sintonia». L’arrivo a Trento nel ’63 e la stesura del primo Pup. Domani il funerale



Trento. Già da qualche giorno il fratello Marco l’aveva detto agli amici più cari: Sandro sta percorrendo l’ultimo tratto della sua vita terrena. Per trent’anni è stato accompagnato dal morbo di Parkinson che lo ha consumato inesorabilmente. Fino all’epilogo, ieri mattina, alle 5.30 all’Hospice Cima Verde di Trento. Assistito dalla moglie Odilia, dai figli Matteo e Giulia e dai fratelli, Sandro se ne è andato in punta di piedi, con quella mitezza e con quella riservatezza che ha sempre contraddistinto la sua vita. Doti molto “langeriane” verrebbe da dire. E infatti di Alex Langer Sandro Boato fu amico, collaboratore, collega sugli scranni del Consiglio regionale.

Architetto, politico, poeta, ecologista ante litteram, un intellettuale a tutto tondo. Nato a Marghera nel 1938, era il maggiore dei cinque fratelli Boato: Maurizio, Stefano, Marco, Michele e lui, il primogenito. Una famiglia che ha fatto dell’impegno sociale e politico il proprio segno distintivo, fino alla costruzione di idee e di percorsi nuovi. Come l’esperienza della lista Nuova Sinistra-Neue Linke con cui l’avvocato Sandro Canestrini fu eletto in consiglio provinciale dal 1978 al 1983. O come l’esperienza dei Verdi che nacque qui in Trentino negli anni Ottanta proprio grazie a Sandro e Marco.

A Trento era giunto negli anni ’60 al seguito del professor Samonà e con lui redasse il Piano urbanistico provinciale, prima e fondamentale esperienza di pianificazione territoriale in Italia. Il fratello Marco lo ricorda sui social: «Siamo (eravamo, purtroppo) cinque fratelli, uniti dallo stesso impegno politico e civile, anche nelle naturali diversità di ciascuno. Arrivato a Trento da Venezia nel 1963, quando Sandro mi segnalò la nascita del nuovo corso di laurea in Sociologia, a cui mi iscrissi subito dopo la maturità liceale, con lui si è creato fin da allora un rapporto di piena sintonia, che ci ha accompagnato in questa città per 56 anni, lungo tutto il nostro percorso di vita». Le ceneri di Sandro - scrive ancora Marco Boato - «riposeranno assieme a quelle di Rita nell’isola di San Michele, il cimitero di Venezia, dove tante volte era tornato». Commosso il ricordo dei Verdi del Trentino, che lo descrivono come «una persona bella, un poeta, un uomo di cultura, un valente architetto ma soprattutto un uomo di grande umanità. Lo ricordiamo anche come ambientalista, difensore della bellezza, del paesaggio, cultore di un rapporto armonioso tra uomo e natura. Mancheranno a tutti noi il suo sguardo lucido e appassionato di ambientalista e la sua Poesia, libera e gentile». Mario Cossali, presidente dell’Associazione partigiani del Trentino, e la moglie Paola Dorigotti ricordano così l’amico: «Quello che ci ha sempre colpito del tuo passo è stato l’intreccio tra il rigore ideale e la tenerezza interiore, che ti faceva incontrare gli uomini e il mondo come manifestazione di un continuo miracolo». Cordoglio anche delle istituzioni. «È stato un protagonista della politica della nostra terra e non solo. Ma è stato sopratutto un uomo di cultura e spessore e la sua presenza aveva arricchito l’aula consiliare che oggi presiedo», scrive il presidente del consiglio regionale Roberto Paccher. E l’ex presidente della Provincia Mario Malossini: «Era un uomo di rara qualità politica, che sapeva coniugare il rigore delle sue posizioni con la disponibilità al confronto». Walter Kaswalder annuncia che il consiglio provinciale gli dedicherà un minuto di silenzio la prossima seduta. Il funerale si terrà domani, giovedì, alle 15 nella chiesa di Povo.













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