Addio a De Zuani, il signor eleganza
Il lutto. Imbianchino di professione, alle 18 di ogni giorno, puntualissimo, si vestiva come un damerino e affrontava camminando il Giro al Sass Insignito della carica di Commendatore, è stato un ballerino provetto e un signor nuotatore della Rari Nantes. Aveva 87 anni: lunedì il funerale
Trento. A 87 anni se ne è andato, il commendator Ignazio De Zuani. Scriviamo “se ne è andato” e non “è morto” perché ci sembra più elegante. Elegante come è sempre stato lui e come, crediamo, avrebbe desiderato che in questa luttuosa occasione scrivessimo. Da qualche anno non lo si vedeva più in città, elegante, anzi azzimato: ineccepibile nel vestire, molto solitario, in strada salutava chi lo conosceva accompagnando il ciao o il buongiorno (non “bongiorno”, mi raccomando) con un appena accennato inchino. Non lo si vedeva più in città perché era alla casa di riposo di Cadine. Chissà quanto avrà sofferto per non poter passeggiare ancora nella sua vecchia Trento, ma, attenzione! nel centro storico “chè – diceva – non amo e non capisco la periferia”.
Chi era Ignazio De Zuani? Era un imbianchino trentino che ha vissuto da “protagonista” il periodo forse più “bello” della nostra città: quello post bellico, quello in cui i trentini hanno deciso con poche lire in tasca e tanta ambizione nel cuore che si doveva voltare pagina. Lui, figlio di un imbianchino, - anche suo padre si chiamava Ignazio – si mise in proprio fondando, per distinguersi, la “De Zuani Ignazio Junior”. In quel “junior” c'era tutto il suo amore per lo spirito americano quando andò a Riva dove era fuggito temporaneamente con la madre, fratello e sorella dopo il bombardamento alla Portela del 2 settembre del 1943, nelle cui vicinanze abitava.
Era un imbianchino sui generis nel senso che, oltre a lavorare con una cura maniacale, alle diciotto di ogni giorno, comunque fosse, abbandonava il posto di lavoro. Non aveva mai voluto con sé dipendenti o soci. Era troppo individualista, Tornava a casa per la doccia, si vestiva come un damerino scegliendo con altrettanta cura maniacale dai calzini alla cravatta, dalla camicia alle scarpe e d'inverno i guanti in tinta con il cappotto. Così vestito andava in centro nel suo amatissimo “giro al Sass”, camminando, anzi, incedendo portandosi addosso tutta la sua eleganza come un sacerdote porta in alto l'ostensorio.
Amava la città, amava il ballo, dagli americani a Riva aveva imparato il Boogie Woodie, lo swing che ostentava nelle tante balere che c'erano a Trento e che lui, morte e sepolte, ricordava con profonda nostalgia. Era anche un discreto nuotatore della Rari Nantes al Cock di via Madruzzo: farfalla e rana erano le sue specialità. Anche da anziano ha fatto qualche gara nella categoria master.
Ricordava con emozione il suo primo vestito color verde acqua che una ragazza, divenuta poi sua moglie, gli ammirò. “Ah quel vestito”- ci raccontava - che brutti momenti mi hanno fatto passare i miei amici a bordo della piscina fingendo di buttarmi in acqua. “Non capisco più la gente d'oggi - si confidò un giorno – che mi prende in giro perché io alle feste vesto in smoking. Non capisce nemmeno il mio orgoglio di aver avuto dal presidente Pertini il cavalierato, poi Ufficiale al Merito della Repubblica e infine nel 1992 dal presidente Scalfaro la tanto sospirata nomina a «commendatore».
Ci incuriosì per tanto orgoglio e lui: “Guardi, però, che io tengo molto anche ad altri valori. Penso alla gioia di quando è nata mia figlia e all'ansia di quando si è diplomata ragioniera. L'aspettai davanti alla scuola con il cuore in gola, che momenti:...” . Lunedì alle 11 il funerale al cimitero di Trento.