Treno al completo: restano a terra
Sono rimasti a terra e hanno atteso il bus che, per loro fortuna, aveva ancora dei posti a disposizione. Ieri è successo quello che era prevedibile sul treno della Valsugana
TRENTO. Sono rimasti a terra e hanno atteso il bus che, per loro fortuna, aveva ancora dei posti a disposizione. Ieri è successo quello che era prevedibile: il treno della Valsugana - con capacità di accoglienza dimezzate causa Covid - è stato preso d’assalto perché il sabato di sole era un invito ghiotto per chi voleva trascorrere la giornata al lago. E come sempre capita in tanti hanno scelto il treno per raggiungere i lidi per non aver il problema di trovare parcheggio. Tutto come sempre nei fine settimana d’estate. Solo che fino a prima del coronavirus tanti si era e tanti si saliva sul treno. Magari schiacciati come sardine ma si viaggiava. Ora così non è perché raggiunto il numero massimo di persone previsto per mantenere le distanze di sicurezza, sui convogli non sale nessuno. «Ed per questo che è stato potenziato il servizio dei bus - spiega il dirigente del servizio trasporti della Provincia, Roberto Andreatta - sulla tratta ci sono mezzi, comunque, ogni mezz’ora. Ma la capacità di carico è stata dimezzata e questo è un dato di fatto».
Delle conseguenze ne sa qualcosa l’utente che era alla stazione di Pergine alle 18.50. «Il treno è arrivato alle 19.05 - racconta - ed eravamo in 25 a dover salire per raggiungere la città. I primi dieci sono saliti. In quindici invece siamo rimasti a terra. Il capotreno ci ha detto che se salivamo tutti la corsa si sarebbe interrotta. Dagli altoparlanti non è arrivata alcuna comunicazione in questo senso, ma alla fine siamo rimasti a terra». Ai 15 non è rimasto altre da fare che attendere il bus. «Con l’incognita - prosegue l’utente - di non sapere se ci sarebbero stato posti disponibili a sufficienza per tutti noi». Per loro fortuna tutto è andato al meglio e sono riusciti a salire arrivando a destinazione con una ventina di minuti di ritardo. Una disavventura che ha avuto delle conseguenze per fortuna contenute ma che spinge l’utente a fare un appello affinché si aumentino le corse di collegamento dei treni: «se può salire meno gente, che facciano circolare un numero maggiore di convogli» spiega.