IN ALTO ADIGE

Sasa, barriere in plexiglas sui bus Il piano per limitare i picchi di utenti 

Per aumentare i posti a bordo assieme alla Sanità e alla Provincia si stanno studiando nuovi tipi di barriere L’assessore Alfreider: «Il Covid impone a tutti una rivoluzione: accessi scaglionati a scuola e al lavoro. Corse speciali per le zone produttive»


Davide Pasquali


Bolzano. Se in Alto Adige usano i mezzi pubblici 130 mila utenti abituali, al momento attuale se ne serve una quota stimabile fra il 20 e il 30%. Stimabile, perché in troppi in questa fase di controlli necessariamente allentati non obliterano o non acquistano il biglietto, tanto che in tal senso arriva un appello dalla Provincia. Per il momento, comunque, con tantissimi lavoratori altoatesini in smartworking, con le attività economiche non del tutto riprese e in quasi totale assenza di turisti, potenziando certe linee, specie negli orari più richiesti, e nonostante le restrizioni dovute alle norme anti Covid, ancora ancora ce la si fa a reggere la domanda di trasporto pubblico. La vera sfida sarà a partire da settembre, soprattutto con l’inizio delle scuole. Due le strategie in fase di approntamento per non farsi cogliere impreparati in autunno: in primo luogo aumentare i posti a bordo degli autobus, grazie a barriere fisiche che consentiranno di sedersi o stare più vicini gli uni agli altri; in secondo luogo gestire i flussi, non adeguandovisi passivamente bensì tentando di influenzarli, per esempio scaglionando le entrate a scuola - al limite pure distribuendole fra mattino e pomeriggio, in modo tale da sopperire così anche alla prospettata carenza di spazi negli istituti scolastici del dopo Covid - e scaglionando pure gli orari di inizio e fine turno sui posti di lavoro, non solo nel settore pubblico. Sono le due strategie cui stanno lavorando Sasa e Provincia.

Una fase molto difficile

I piani in fase di studio da parte di Sasa e Provincia sono stati anticipati ieri nel corso della presentazione di 22 nuovi autobus al deposito Sasa di via Buozzi. «Una conferenza stampa in tempo di Coronavirus», ha esordito l’assessore provinciale alla mobilità Daniel Alfreider. «Giornalisti in mascherina e molto distanziati tra loro; tecnici, dirigenti e politici idem. Altoparlanti per poter raggiungere tutti i presenti». La vita di tutti i giorni, ha proseguito Alfreider, «è cambiata per tutti noi. È accaduto anche al trasporto pubblico. È stata una fase molto molto difficile, quella vissuta negli scorsi mesi. Tanti cittadini sono stati costretti a rivedere le loro abitudini quotidiane. Nonostante tutte le difficoltà, noi abbiamo scelto di non mollare, garantendo sempre il minimo di servizi indispensabili e proseguendo anche nel rinnovo della flotta esistente. Al momento attuale, assieme all’azienda sanitaria e alle forze dell’ordine, stiamo lavorando per aumentare la capacità di trasporto dei mezzi pubblici, sempre mantenendo gli standard di sicurezza necessari per tutelare autisti e utenti».

Il vero nodo: settembre

Ora come ora, la capacità dei mezzi pubblici è ridotta. Migliore certo rispetto al lockdown, durante il quale comunque si era deciso di garantire i servizi minimi, ma non sufficiente in vista dell’autunno. «Saranno tempi difficili», così ancora Alfreider. «Dovremo trovare vie nuove, anche se le vigenti cornici normative non permettono grandissimi spazi di manovra». La fase 1 ha consentito però di accumulare esperienza su norme di comportamento, igienizzazione, sanificazione a bordo. «Sui mezzi pubblici si sono esposte poche chiare informazioni per gli utenti: pochi cartelli senza mille scritte». A breve, dopo le opportune modifiche tecniche per garantire la sicurezza, si tornerà anche a vendere i biglietti a bordo. Ora si sta lavorando al dopo, pure a Roma. «L’Alto Adige è presente nel comitato infrastrutture al ministero, dove si terrà un’importante riunione settimana prossima». «La sfida è potenziare», conclude Alfreider. «Ricorrendo a servizi supplementari, con più bus, ma ciò non basterà».

La sfida Covid

«È stata grande», ha sottolineato la direttrice di Sasa Petra Piffer. «Fin dai primi giorni abbiamo raggiunto elevati standard di sicurezza: quotidianamente, oltre alla pulizia, tutti i mezzi vengono disinfettati e sanificati». Ora si guarda oltre. «Assieme a Sanità e Provincia stiamo studiando come poter elevare la capacità dei mezzi, erigendo barriere come si fa in uffici e ristoranti. Stiamo pensando a barriere fisiche da installare sui bus, in modo da poter separare gli utenti tra loro e poter così aumentare la capienza». Non si tratta di una soluzione semplice, però, «perché non siamo in un bar, con i tavolini fissi. Qui siamo su un bus in movimento. Per montare dei plexiglas dovremo tenere conto di tutti gli aspetti, sicurezza in primo luogo. Non vogliamo che qualcuno si faccia male. In teoria, dal punto di vista costruttivo, ai bus non si potrebbe apportare nessuna modifica, per rispettare norme di sicurezza e collaudi. Ma al momento vigono disposizioni particolari, che permettono di apporre le barriere, se fatte in modo da risultare sicure».













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