Sull’Alpe Cimbra gli impianti da sci riservati agli atleti

Alpe cimbra. Per le categorie agonistiche apriranno due impianti sciistici sull'Alpe Cimbra, uno a Folgaria e l'altro a Lavarone: «pronti ad accogliere almeno 500 ragazzi». Lo assicura Denis Rech,...



Alpe cimbra. Per le categorie agonistiche apriranno due impianti sciistici sull'Alpe Cimbra, uno a Folgaria e l'altro a Lavarone: «pronti ad accogliere almeno 500 ragazzi». Lo assicura Denis Rech, presidente di Folgariaski, che ora punta ad aprire anche il Centro sci di fondo di Passo Coe. «Abbiamo prodotto la neve per preparare la base indispensabile a garantire la sciabilità a gennaio quando si potrà riaprire – spiega il presidente di Folgariaski – abbiamo sfruttato il freddo. Del resto, da anni si scia grazie alla preparazione di fine novembre, inizio dicembre. Tra il nostro lavoro e le nevicate di questi giorni, arriveremo pronti. La possibilità che diamo ai club consente a tanti ragazzi, stimiamo almeno 500, di praticare uno sport sicuro, sano e all’aria aperta. Tra le altre cose diamo un'opportunità alle famiglie, che possono far fare ai giovani una delle poche attività consentite. Stiamo lavorando anche per consentire l’apertura del Centro fondo di Passo Coe, nel pieno rispetto delle norme».

L’ad Alessandro Casti

Spera in una conferma dell'ipotesi apertura al 7 gennaio Alessandro Casti, amministratore delegato di Folgariaski, anche per «porre fine alla “lotteria mediatica” delle ultime settimane. L'idea di dare accessibilità ai turisti delle seconde case e a chi prenotava in hotel poteva essere positiva: dal punto di vista della sostenibilità del sistema la coperta sarebbe rimasta molto corta, ma ci avrebbe dato l’opportunità di testare tutti gli accorgimenti pensati in questi mesi». Accorgimenti coi quali i gestori degli impianti si sono mossi nella direzione di una digitalizzazione delle varie attività: dall'acquisto online degli skipass ed alle casse automatiche, alla prenotazione della scuola sci, del noleggio delle attrezzature e dei posti in baita. «In passato – continua Casti – l'incertezza era rappresentata dal meteo, oggi a condizionare il mondo è la pandemia. E pur considerando le innumerevoli attività legate alla montagna, emerge forte e chiaro che lo sci è centrale nell'economia e nella sostenibilità di queste terre, che coinvolge tutta la filiera: operatori economici, maestri di sci e noleggiatori. Un pensiero va ai tanti collaboratori di questa società. Parliamo di donne e uomini che contribuiscono con professionalità e dedizione all'operatività, alla quotidianità. Sono i nostri dipendenti stagionali che, ovviamente, soffrono più di altri di questa situazione».

Nell'incertezza economica di questa delicata fase, l'alternativa alle settimane bianche, che solitamente vedono la presenza di molti stranieri, sarebbe il turismo di prossimità, “weekendista” ma «in caso di conferma del blocco tra regioni – conclude Casti – gli esiti sarebbero evidenti. Speriamo di poter partire quanto prima, noi siamo pronti».













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