Roberto Turri se la caverà: salvato dal defibrillatore 

Decisiva la prontezza dei soccorsi. Al campo i volontari dell’Us Lizzana hanno subito preso l’apparecchio e una infermiera, mamma di un piccolo calciatore, ha fatto ripartire il cuore


Michele Stinghen


Rovereto. Roberto turri è ancora in coma farmacologico nel reparto di rianimazione del santa chiara. ieri sera i medici avrebbero iniziato a ridurre i farmaci. oggi si potrà avere qualche certezza in più: solo risvegliandolo si potrà verificare se i minuti di arresto cardiaco gli hanno provocato dei danni. ma non è considerato in pericolo di vita, e questo è già molto. perché lo stesso episodio in qualsiasi altro luogo della città gli sarebbe stato probabilmente fatale.

Gli hanno salvato la vita i volontari dell'us lizzana, la mamma di un piccolo calciatore infermiera e il defibrillatore pronto, quando si è abbattuto a terra mentre si accingeva a tenere un allenamento per i giovani portieri. nessuno avrebbe voluto accadesse, ma l'episodio di lizzana dimostra in maniera lampante come il defibrillatore in un luogo sensibile possa salvare la vita ad una persona.

Tutti hanno fatto la cosa giusta

Ma non basta solo la macchina, servono anche le persone, e quelle ci sono state, e sono state pronte ad agire in modo corretto. Abbiamo contattato i protagonisti della vicenda, le persone che hanno salvato la vita a Roberto Turri: tutti preferiscono non apparire di persona: un po' per modestia, un po' per ritrosia ad apparire in un'occasione così drammatica, un po' perché ancora molto scosse .

Quanto Turri si è accasciato a terra a bordo campo, alcuni volontari del Lizzana si sono precipitati. Tutto si svolge velocemente e in modo concitato, ma nella maniera corretta, senza cadere nel panico o fare cose sbagliate, né perdendo tempo. Il momento è drammatico, chi ha visto Turri cadere chiede ad un componente del direttivo del Lizzana di chiamare il 112. Questi fa la telefonata e nel frattempo si precipita nell'infermeria a pochi metri dal campo sportivo per prendere il defibrillatore e portarlo sul terreno di gioco. Nel frattempo un altro volontario, che si trovava nelle vicinanze di Turri, aveva iniziato già il massaggio cardiaco. Chi sta portando il defibrillatore in campo sta per chiamare un tesserato del Lizzana, uno dei volontari che aveva seguito i corsi obbligatori per le manovre salva vita, ma nel frattempo si presenta sul posto una giovane donna.

Una infermiera lì per caso

Lei, madre di un giocatore dei Primi Calci del Lizzana, è infermiera. Sarà lei a prendere il defibrillatore e a far ripartire il cuore (e la vita) di Roberto Turri. Sono passati meno di cinque minuti, e nel frattempo è arrivata l'ambulanza e sono iniziati i soccorsi. Da quando Turri ha perso i sensi non è rimasto mai solo. La presenza in zona del defibrillatore è stata decisiva. «Lo abbiamo al campo da diversi anni, in rispetto della legge, come tutte le società sportive - spiega Roberto Robol, presidente del Lizzana - un gruppo di nostri tesserati segue i corsi per il suo uso. Fortunatamente non lo avevamo mai usato, quella di lunedì è stata la prima volta. Si dimostra che è fondamentale che ci sia».













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