Le insidie delle fake news nella selva oscura del web
ROVERETO. Il web? La selva oscura dantesca 2.0. Se per reperire notizie o informazioni ci si affida a internet senza un atteggiamento critico e una particolare attenzione alle fonti, il rischio di...
ROVERETO. Il web? La selva oscura dantesca 2.0. Se per reperire notizie o informazioni ci si affida a internet senza un atteggiamento critico e una particolare attenzione alle fonti, il rischio di perdersi in un mare di falsità o di approssimazioni è forte. Questo il tema affrontato in Pubblic History 2.0, il progetto di formazione lavoro che ha visto impegnati gli alunni di nove classi terze del Liceo Rosmini e il personale didattico della Fondazione Museo storico del Trentino, e i cui risultati, meme, fumetti, brevi video, sono stati presentati ieri mattina nell’aula magna dell’istituto di corso Bettini. «Lo scopo del progetto è stato di sviluppare negli studenti un approccio critico al web, attraverso la predisposizione di alcuni strumenti indispensabili per verificare se una conoscenza è realmente fondata oppure no, - ha spiegato Tommaso Baldo, operatore didattico del Museo storico di Trento - è la prima volta che in Italia, ma anche all’estero, viene organizzato un progetto per un approccio critico al web che coinvolga ben nove classi di studenti». Partito nell’ottobre dello scorso anno Pubblic History 2.0 ha tenuto occupati gli studenti per quaranta ore di attività didattica in classe e di studio a casa. «È la prima edizione di un progetto di formazione scuola lavoro - ha dichiarato Giorgio Postal, presidente del museo - ma quello che va messo in risalto è che nell’ambito delle attività del museo l’area didattica ha un’importanza centrale». Il corso insomma ha svolto per gli studenti lo stesso ruolo di Virgilio per Dante, dotandoli degli strumenti per districarsi in quella “selva” di false notizie, o “fake news”, di cui il web è ricco. «Grazie al corso gli studenti si sono dotati di una metodologia che permette loro un atteggiamento critico verso le fonti delle informazioni - ha aggiunto Maddalena Spagnolli, coordinatrice del dipartimento di storia e filosofia del Liceo Rosmini - un aspetto fondamentale del corso, inoltre, è che si dimostra utile non solo per lo studio della storia ma anche nella vita di tutti i giorni». I lavori realizzati dagli studenti - «un mix di creatività e di contenuti meditati», ha aggiunto Baldo - sono stati pubblicati sulla pagina facebook del museo. Ma come si fa a sapere se un’informazione è fondata o se ci si trova di fronte alla classica “bufala”? Le regole da seguire sono poche e semplici: in primo luogo, si legge nell’elaborato degli studenti, occorre una verifica attraverso il confronto con altre fonti, poi il controllo della “paternità”, poiché “un’ informazione senza padre non ha basi di verità”, importante quindi un esame delle note e dei link, infine diffidare dei siti “buzzuri”, ovvero quelli che contengono troppi errori di grammatica e ortografia. (a.t.)