andrea zambelli 

«Incarno una novità che guida forze politiche e civiche»

ROVERETO. 1. Non vedo proposte nuove concretamente fattibili, tutto è già stato detto cinque anni fa. Il programma è talmente ordinario. Valduga ha sempre guardato quasi con “spirito ostile” ai...



ROVERETO. 1. Non vedo proposte nuove concretamente fattibili, tutto è già stato detto cinque anni fa. Il programma è talmente ordinario. Valduga ha sempre guardato quasi con “spirito ostile” ai partiti. Si è alleato con il Pd, per ragioni di convenienza politica, ottenendo un duplice effetto; lucrare qualche voto a “sinistra” e infliggere un colpo basso all’unità di quello storico partito. Valduga, nonostante l’età un politico di vecchio corso, ha avuto una buona scuola; questo è il suo pregio e il suo difetto. In quanto ai programmi egli predilige “il non finito, il demolito…” e poi, da eccessivo temporeggiatore, ha perso delle occasioni: in primis di realizzare la terza Rsa, quindi di dare il via al nuovo istituto d’arte, di sviluppare un’efficiente “ciclabilità”. La mobilità alternativa è rimasta un sogno... Il suo sguardo è quello di un amministratore di condominio che predilige i balconi fioriti mentre l’edificio crolla. Rovereto declina, mentre Trento progetta e realizza da anni. I suoi alleati poi, hanno un’asprezza di toni che non si addice al suo “stile” di buon democristiano.

2. La coalizione avversaria, mi permetta una battuta, è una “chimera”, un tentativo di laboratorio mal riuscito. Essa nella sostanza rappresenta una continuità di potere, fatto di alleanze trasversali, interessi consolidati trentennali, occupazione di gran parte dei luoghi del sottogoverno, cioè del privilegio. Sul piano dei contenuti parlano di inclusività, tradizione liberale, cattolicesimo popolare, lotta al pregiudizio, lotta al populismo e via discorrendo. Tutto è generico per evitare di affrontare il “dilemma culturale” che anima questa coalizione; Valduga in corso d’opera ha perso sei consiglieri. Credo questo dimostri la “confusione che lo anima”. Un altro tema: Il centro sinistra non ha leader nazionali, Renzi e Calenda sono figurine “panini” fuori commercio e Zingaretti poi… Tra civiche e partiti non deve esistere un rapporto di forza, ma di dialogo, mutuo aiuto. Noi crediamo nel ruolo dei partiti.

3. Nessuna sorpresa, sarebbe facile infierire sulla coerenza politica di persone che usano il civismo per mascherare evoluzioni a 360 gradi dell’arco “parlamentare”; come dire da destra a sinistra, passando per il centro. Nessuno è “senza” peccato. Certo, di là, la scuola circense delle acrobazie ha ottimi interpreti. Chi avremmo voluto? Non so, forse chi già si è staccato da quella parte politica, perché profondamente deluso e ora osserva cosa accadrà. Vista che una larga parte del movimento civico non impegnata direttamente è interessata al nostro lavoro e dialoga con noi.

4. Non invidio nulla. Ha il difetto di non mettere le proprie qualità al servizio della città tramite il confronto, l’ascolto e il contatto vivo con le persone, “piegandosi sulla città”. Lui tende ad essere un solitario. Il suo è un carisma sterile. Insomma non è particolarmente vocato al dialogo; spesso ha deciso da solo e pertanto ha perso pezzi di “maggioranza”, anche con la struttura comunale non credo abbia intrattenuto rapporti idilliaci; questa è una debolezza. Poi…direi, anche se non lo ammette esplicitamente, ha il desiderio di andare a governare il Trentino. E questo, per Rovereto è un problema,

5. Ci unisce, credo, una visione della vita che si muove dentro un orizzonte di senso dove il sacro, il cristianesimo sono elementi fondanti; ci unisce uno stile orientato all’analisi dei problemi più che hai proclami. Ci divide il percorso: per lui il compromesso è una necessità per sopravvivere, per noi un metodo che ci tiene lontani dagli estremismi. Ci divide la meta. Io mi fermo al nostro Municipio, per lui, credo si tratti, se verrà eletto, di una sosta per cambiare i cavalli e procedere verso Trento.

6. Perché incarno una novità che guida forze politiche e civiche, perché ho fatto sintesi e dettato la direzione di marcia nonché steso i contenuti di tutta l’aggregazione; perché la città è in declino e non può per rinascere puntare ancora su un “cavallo di razza”-Valduga- che si è rivelato perdente. Perché rappresentiamo l’anima popolare e più colpita dalla crisi.













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