In piazza Damiano Chiesa l’ altro modo di vestirsi 

Un anno del nuovo negozio “Altr’Uso”. Gli abiti usati vengono raccolti il giovedì e finiscono sugli scaffali. Un negozio solidale scelto anche da chi vuole svincolarsi dalle regole del mercato 


Filippo Schwachtje


Rovereto. Un piccolo angolo cosmopolita nel centro di Rovereto: il negozio “Altr'Uso” si conferma un punto di riferimento per il “second hand market”, unendo i valori di sostenibilità ambientale ed integrazione fra diverse culture. Dopo il trasferimento avvenuto l'anno scorso, da via Indipendenza a piazza Damiano Chiesa, il “nuovo” negozio continua ad attirare sempre più clienti. Tanti anche i roveretani che decidono di puntare sull'usato, abbattendo i pregiudizi e scoprendo un mondo diverso e più sostenibile, che non risponde alle logiche “usa e getta” del mondo della moda.

«A Rovereto Altr'Uso nasce – spiega Sara Gazzini, responsabile del negozio – ancora nel 2011, due anni dopo l'apertura del punto vendita di Trento. Nasce per essere un negozio aperto a tutti, rispondendo sostanzialmente alla richiesta di abbigliamento a basso costo». Il progetto, promosso dalla Caritas Diocesana con la collaborazione di Fondazione Comunità Solidale, è andato a sostituire il precedente meccanismo di raccolta e distribuzione di abiti usati, che la Caritas assegnava gratuitamente ai più bisognosi. «Così facendo però – precisa ancora Gazzini – ci si è presto resi conto che le persone non si responsabilizzavano. Oltretutto non c'era la possibilità di scegliere gli indumenti: da un certo punto di vista “consegnare” gli abiti in questa maniera poteva risultare anche lesivo della dignità delle persone. Altr'Uso nasce proprio per creare un luogo in cui chiunque, siano cittadini bisognosi o semplicemente persone che decidono di scegliere una forma di consumo più consapevole attraverso il riuso, possa entrare e conoscere il mondo del riutilizzo». Ed i prezzi esposti sugli indumenti rispecchiano in pieno l'inclusività del progetto: per i maglioni ed i pantaloni si va dai 3 ai 5 euro, per le giacche dai 7 ai 12, per le camicie e le magliette ancor meno, dai 2 ai 3 euro. La clientela di Altr'Uso è poi incredibilmente varia: entrando si possono sentire una miriade di lingue differenti, dal dialetto trentino alle lingue dell'est Europa fino all'arabo. «La nostra idea – continua Gazzini – è sempre stata quella di creare una realtà che fosse qualcosa in più di un semplice punto vendita. Questo vuole essere anche un luogo d'incontro, che favorisca le relazioni tra persone di condizione sociale, cultura ed origine diversa». Una clientela che sembra essere anche molto affezionata, con diverse persone che almeno una volta a settimana si presentano per dare un'occhiata alle novità. «Molti sono anche i giovani – precisa Gazzini – che decidono di uscire dalla logica della “fast fashion”, dell'abbigliamento usa e getta, e che contribuiscono alla causa della sostenibilità ambientale attraverso uno stile di vita più sobrio e consapevole. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, tra i roveretani c'è ancora una certa diffidenza nei confronti del “second hand market”, sebbene si dimostrino sempre molto generosi nel donare i loro indumenti». Ogni settimana infatti, il giovedì, vengono raccolti in piazza Suffragio gli abiti usati che, in seguito, vengono selezionati dai volontari per essere esposti nel negozio. Vengono accettati solo i capi non danneggiati o sporchi, che finiscono quindi sugli scaffali di Altr'Uso pronti per una nuova vita.













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