«Finalmente un progetto all’altezza di Rovereto» 

Alessandro Olivi “sposa” l’interramento dei binari. «Una rivoluzione urbanistica  da cui far nascere una città sostenibile e moderna. E gli entusiasmi per rilanciarla davvero»


Luca Marsilli


Rovereto. «Non sono in grado di dire quali difficoltà tecniche ci possano essere: per questo serve uno studio di fattibilità. Ma l’ipotesi di ragionare all’interramento di binari e stazione assieme alla contestuale soluzione del problema di penetrazione e attraversamento della città, secondo me merita di essere seriamente approfondita. Perché mi sembra, finalmente, un progetto che guarda al futuro e pensa in grande: a una vera rivoluzione urbanistica, che permetta a Rovereto di anticipare i tempi e aprirsi a nuove possibilità. Di mobilità, urbanistiche e di vivibilità».

La proposta lanciata da Paolo Vergano, coordinatore di Forza Italia, è raccolta con entusiasmo da Alessandro Olivi, uomo di punta del Pd roveretano. «Non vedo il problema: una buona idea è una buona idea - chiosa su questo Olivi - e una convergenza politica ampia non può che facilitarne la realizzazione».

La premessa è che negli ultimi mesi, si parla di grandi opere con Rovereto e la Vallagarina come protagonisti (o vittime) continuamente. La Valdastico, la Tav, la tangenziale leggera, il collegamento ferroviario con Riva, il tunnel da Avio al Garda. «Opere più o meno realizzabili e sulla cui utilità si possono avere opinioni diverse. Ma soprattutto, opere in contraddizione tra loro». Dice Olivi. «Perché il treno per Riva mi pare sacrosanto, ma va in direzione di una mobilità sostenibile e moderna. Mentre la Valdastico va in direzione opposta. La stessa della tangenziale, che però non si sposa con la conferma della giunta Fugatti della realizzazione del polo scolastico alla Meccatronica, in via Zeni. Quello porterà un flusso di 1500 studenti: in qualche modo andrà governato no? Penso che a fronte di tutte queste idee buttate lì, l’ipotesi di interrare la ferrovia e magari anche la statale abbia un pregio evidente: è una scelta di campo chiara e determinante. Nel senso che qualsiasi altro progetto di mobilità cittadina e della bassa Vallagarina e di sviluppo urbanistico della città, dovranno essere ripensati e ricalibrati. Una rivoluzione urbanistica, appunto, che potrebbe dare a Rovereto la possibilità di ripensarsi complessivamente, in un’ottica di città moderna, sostenibile, vivibile. Per questo mi sentirei di chiedere alle due giunte, roveretana e provinciale, di prenderla immediatamente e seriamente in considerazione. Sospendendo la valutazione di tutto il resto, perché tutto potrebbe cambiare radicalmente. Mi sembra un ottimo tema, finalmente, per il confronto elettorale che si sta aprendo ma che ad oggi è fermo a nomi e sigle, e non accenna nemmeno all’idea di città che si vuole proporre ai roveretani. È un progetto ambizioso, in grado di smuovere entusiasmi ed energie, di dare la spinta per una nuova stagione alla città. Sicuramente costoso, ma altrettanto sicuramente meno della somma di tutti gli altri progetti dei quali si parla. E molto più affascinante e decisivo per il nostro futuro».













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