«Covid, bambini e lavoro la dura vita dei genitori» 

I problemi con la ripartenza. Una mamma, alle prese con il figlio con il raffreddore al nido, spiega le conseguenze delle norme: «Sono dovuta andare a prenderlo per un naso che cola...»


FILIPPO SCHWACHTJE


Rovereto. «Pur non sottovalutando le problematiche legate al Covid, possiamo noi genitori perdere uno o più giorni di lavoro per un raffreddorino?». Bimbi mandati a casa dall'asilo con i sintomi molto lievi di un normale “malanno” di stagione: questo il problema sollevato da Laura Caldiroli, madre di due bambini che frequentano rispettivamente il nido e le scuole elementari. «Dal 3 settembre è ripartito il nido comunale di mio figlio qui a Rovereto – spiega Caldiroli – ci è stato spiegato che i bambini vengono allontanati dal servizio nel caso di febbre superiore a 37.5 gradi e/o sintomi suggestivi di Covid. Ma quali sono questi sintomi? Purtroppo, secondo le interpretazioni odierne, anche un semplice raffreddore. Io però credevo ci volesse un raffreddore importante... invece no». Proprio nei giorni scorsi, infatti, la donna è stata chiamata dal nido perché il figlio minore avrebbe avuto, appunto, un raffreddore.

Brave comunque le maestre

«Arrivo al nido – racconta Caldiroli, che sottolinea comunque la disponibilità e gentilezza delle educatrici della struttura – ed il naso non cola già più. Non ha febbre né tosse. Il pediatra mi dice di stare tranquilla che non è nulla». Il giorno dopo però, suggerisce proprio il pediatra, sarebbe meglio lasciare il piccolo a casa vista la chiamata del nido. «Il medico mi dice che purtroppo ci sono già tanti bimbi a casa per questo problema, visti gli sbalzi di temperatura degli ultimi giorni». E cosa succederà allora, vien da chiedersi, con l'arrivo dell'autunno, dell'inverno e delle malattie stagionali? In merito a questa problematica, arrivata anche la risposta dell'assessore all'istruzione Cristina Azzolini, che ha assicurato di «prendersi a cuore il problema». «Se al nido – prosegue Caldiroli – le direttive sono queste, come mai altrove ci sono interpretazioni diverse? Se le cose non cambieranno dovrò pensare ad una babysitter. Se per un leggero raffreddore mio figlio deve restare a casa, noi genitori dobbiamo prepararci a molti giorni di assenza dal lavoro, soprattutto per chi ha i bambini al nido, dove il raffreddore è molto comune... e l'autunno è alle porte». Ma la gestione del lavoro e dei bambini non è l'unico dei problemi: già i mesi di lockdown hanno infatti interrotto quel processo di socializzazione che i più giovani imparano nelle scuole di ogni grado. «Mi dispiacerebbe perdere la possibilità che mio figlio interagisca con altri bambini – afferma a proposito Caldiroli – noi genitori poi, già stanchi per aver tenuto per più di sei mesi i bimbi a casa, dovremo andare a prenderli anche per un poco di tosse e raffreddore (sembrerebbe infatti che nonni, babysitter o amici non possano farlo). Ricordiamoci, per favore, che non esiste solo il Covid».













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