«Così tuteliamo un patrimonio di arte che tutto il mondo ci invidia»

Rovereto. Prosegue il dialogo fra Rotary Club Rovereto Vallagarina e gli studenti del liceo Rosmini di Rovereto, i quali, grazie ad una serrata collaborazione fra Rotary Club e la loro scuola, hanno...



Rovereto. Prosegue il dialogo fra Rotary Club Rovereto Vallagarina e gli studenti del liceo Rosmini di Rovereto, i quali, grazie ad una serrata collaborazione fra Rotary Club e la loro scuola, hanno avuto differenti occasioni per «avvicinarsi al mondo del lavoro», come sottolineato dal giornalista Rocco Cerone. Ultima, ma solo per il momento, l’iniziativa che ha ricordato ai giovani alunni quanto siano fortunati: «l’Italia è un vero e proprio museo a cielo aperto», ha esordito Giovanna Sirotti, presidente Rotary Club Rovereto Vallagarina. «Non è necessario pensare ad opere di fama mondiale. Anche i piccoli borghi in sé costituiscono un patrimonio ineguagliabile». Ospite della conferenza il maggiore Lorenzo Pella del Nucleo tutela patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri di Udine ha evidenziato come «durante e dopo la seconda guerra mondiale, in particolare, vi fu una considerevole spoliazione di opere artistiche nel nostro paese. Oggi il traffico illecito di beni culturali è addirittura al terzo posto fra le maggiori fonti di approvvigionamento per la criminalità organizzata, dopo stupefacenti ed armi».

Trecento carabinieri

Per rispondere a tale problema, nel 1969 venne istituito, per mano dell’allora ministro dell’istruzione Giuseppe Spadolini, il “Nucleo tutela patrimonio artistico”, il cui nome sarebbe poi mutato in “Comando tutela patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri”, a sottolineare la capillarità dell’azione dei trecento carabinieri italiani che ne fanno parte. «Siamo una moderna polizia nazionale, con ben due secoli e più di storia alle spalle. Nell’arma vi sono differenti specializzazioni tra cui la nostra, la quale, il 3 maggio, festeggerà il suo cinquantesimo compleanno»: un importante traguardo per un unicum a livello mondiale. Pella ed i suoi otto collaboratori si occupano nello specifico di Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, mantenendo sì la propria sede ad Udine, ma essendo presenti a cadenza settimanale anche fra Trento e Bolzano: «Il nostro compito, ogni giorno, è quello di difendere i territori che ci sono stati assegnati». Il maggiore sottolinea quanto al giorno d’oggi lo studio della classicità si unisca alle moderne tecnologie: «Il ministero possiede una banca dati di migliaia di beni illegittimamente sottratti, censiti e fotografati uno ad uno. Di fatto, tuttavia, la gestiamo noi carabinieri utilizzandola per cercare possibili corrispondenze fra fotografie e beni rinvenuti». Molte sono state le opere d’arte restituite grazie all’uso di questa tecnologia, accessibile anche ai cittadini tramite un’applicazione per cellulari.

Opere d’arte recuperate

«Questo sistema informatico è un vanto per l’Italia tutta», sottolinea Pella: «Grazie ad esso, ad esempio, siamo riusciti a recuperare in Germania una statua lignea di sant’Agata sottratta a Commezzadura». Il “Comando tutela patrimonio culturale” non si occupa meramente di recuperare opere illecitamente sottratte ma anche di prevenzione, monitorando i servizi del settore ed internet: come nel caso di un antiquario di Udine, il quale si scoprì vendere opere d’arte rubate online tramite il figlio. «All’estero ci chiedono sempre più spesso di poter alimentare la nostra banca dati con nuove fotografie: ci occupiamo anche di missioni internazionali addestrando il personale del luogo», conclude Pella, rispondendo alle domande degli studenti: «Per entrare nel nostro comando è necessario fare esperienza, oltre che diventare carabiniere». «Quest’eccellenza italiana, invidiata nel mondo intero, contribuisce non solo al recupero di opere d’arte nella nostra penisola ma si mette inoltre a disposizione all’estero. Ciò mi colpisce molto e ravviva in me l’orgoglio d’essere italiano», conclude il dirigente De Pascale.S.D.P.













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