Canestrini spiazza le “voci”: «Non farò il presidente» 

Primi veleni verso il ballottaggio. In città gira la voce che avrebbe barattato la “desistenza” con una poltrona Ma lei la smentisce nel modo più semplice: «Sarò consigliere di opposizione perché voglio avere le mani libere»


Luca Marsilli


Rovereto. La voce ieri mattina girava un po’ in tutti gli ambienti politici: gloria canestrini avrebbe concordato una sostanziale desistenza con guglielmo valduga in cambio della presidenza del consiglio. la premessa doverosa è che una campagna elettorale, specie nelle fasi finali, è il trionfo di qualsiasi colpo basso e cialtronata. difficilissime da rispedire al mittente, perché il mittente non si trova quasi mai. passando di bocca in bocca le cose cambiano spesso senso e colore, e magari una battuta diventa una affermazione o un “tizio per me dovrebbe....” diventa “tizio farà” e poi “tizio ha fatto”. non vale nemmeno la regola del “qui prodest?” (a chi giova?) perché in un gioco di spionaggio e controspionaggio, il fantomatico accordo valduga canestrini potrebbe giovare a valduga (“lo voto per avere canestrini presidente”) ma anche a zambelli (“eccolo lì il “nuovo” che si vende per uno strapuntino”). di sicuro non giova a canestrini. che non ha caso, richiesta di una conferma o smentita, smentisce nel modo migliore possibile: non so chi lo abbia detto, so che si dice. ma con valduga non ci siamo sentiti e di accordi non se ne parla. comunque, per non lasciare dubbi di sorta, sarò ancora più chiara: non sono disponibile a fare il presidente del consiglio comunale. né ad assumere nessun altro incarico pubblico. ho il massimo rispetto per il consiglio e per la figura del suo presidente, ma voglio fare il consigliere di opposizione per non aver nessun tipo di condizionamento o freno nell’attività politica che intendiamo fare. noi lavoriamo per un progetto che ci richiederà grande impegno e mani totalmente libere: un ruolo “super partes” non può interessarmi. siamo “parte” e vogliamo esserlo. lo stesso vale per qualsiasi incarico: sono incompatibili con quello che vogliamo fare».













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