Betania si apre alla città «Un luogo di relazioni» 

Taglio del nastro per il neonato centro della solidarietà che raccoglie 6 realtà del volontariato. Don Nicolli: è solo la prima tappa, ora serve tanta dedizione



ROVERETO . C’erano tutte le ultime due amministrazioni comunali che hanno seguito la genesi di Betania, con i sindaci Andrea Miorandi e Francesco Valduga c’era il presidente uscente della Provincia Ugo Rossi, l’assessore e vicepresidente Alessandro Olivi, c’era per la benedizione il vescovo monsignor Lauro Tisi e persino l’ex decano don Valentino Felicetti, accolto da un fragoroso applauso. L’occasione era del resto molto significativa, per l’apertura ufficiale di questa nuova “casa” che oltre ad ospitare sei importanti realtà del volontariato cattolico offre servizi e punti d’incontro che sono rivolti non solo al generico mondo dei bisognosi, ma ai cittadini, alla gente di Rovereto e della Vallagarina. Aprire il cortile dell’antico convento delle Clarisse, a fianco del complesso della Beata Giovanna - e con esso dialogante, dato che gli spazi si fondono, potendo accedere all’uno e all’altro attraverso una sala aperta su entrambi i lati - ha un significato urbanistico, ma anche sociale. È questo lo spirito di Betania, un nome scelto tutt’altro che a caso: Betania nelle scritture è riportata come la “casa del povero”, ha sottolineato il decano don Sergio Nicolli, ma anche “casa dell’amicizia”, un luogo d’incontro, di scambio, di vita vissuta insieme, di comunità. Non infatti è un caso se nell’ampio semicerchio che si è radunato ieri pomeriggio nel cortile, un lavoro costato poco meno di due milioni di euro (di cui 1,1 milioni finanziati dalla Provincia attraverso un protocollo d’intesa con il Comune), c’erano centinaia di persone, quasi tutte volontari o sostenitori attivi delle sei realtà accolte nel complesso della curia (il Cantiere Famiglia, la Fondazione Famiglia materna, il negozio Altr’Uso, il Centro di aiuto alla Vita, il Fondo di Solidarietà e il Punto di Ascolto Interparrocchiale), persone che hanno avuto una parte decisiva nell’allestimento di un progetto così complesso, e che don Nicolli ha voluto ringraziare più volte nel discorso inaugurale. «È un momento di grande emozione, per le tante persone che hanno messo passione in questo progetto. Ricordo che il 10 febbraio 2016, appena comunicato questo progetto, pensato a servizio della città e della Vallagarina, eravamo in attesa della nomina della nomina del nuovo vescovo. Grazie a una mia “talpa” venni a sapere che sarebbe stato monsignor Lauro Tisi, il quale solo due giorni prima era stato qui per inaugurare il cantiere. Ci sono voluti 33 mesi per raggiungere primo obiettivo, ora inizia un nuovo percorso che richiede dedizione e accompagnamento».

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