Barista inseguita di notte e molestata da tre giovani 

Sicurezza in città. La donna aveva finito di lavorare e stava tornando a casa in bicicletta Dall’altezza dei giardini Perlasca i tre l’hanno rincorsa fino in via Parteli e poi si sono dileguati


Giancarlo Rudari


Rovereto. Le tremano ancora le mani quando racconta il dramma che ha vissuto la scorsa notte mentre rientrava a casa dal lavoro. «Sono stata inseguita da tre ragazzi usciti dai giardini Perlasca poco dopo essere passata in bicicletta. Quando ho visto che mi stava inseguendo ho pedalato con tutte le mie forze fino a quando, per fortuna, ho incontrato una persona: è stata la mia salvezza...». A parlare è una giovane (e mamma) barista del centro storico che l’altra sera, verso le una di notte, faceva ritorno a casa nella zona nord della città. Ed è lei stessa che vuole raccontare «questa brutta storia» perché «anche se non è successo nulla di grave è sintomatico di una situazione pesante, di una realtà con la quale noi donne dobbiamo confrontarci anche qui a Rovereto, nella piccola e tranquilla città di provincia. E l’episodio dell’altra sera lascia un segno indelebile: io non tornerò mai più a casa da sola la sera. Perché ho paura, perché ho capito cosa vuol dire essere vittime di attenzioni particolari e di molestie». Ed ecco allora la storia della barista. «Verso l’una finisco di lavorare e in sella alla mia bicicletta mi dirigo verso casa. Faccio lo stesso percorso, tutti i giorni e tutte le sere. Quando sono arrivata in via San Giovanni Bosco ho visto tre giovani di colore che uscivano dai giardini Perlasca e mi seguivano: uno in bicicletta e due a piedi. Parlavano, dicevano qualcosa a voce alta al mio indirizzo ma non capivo nulla della loro lingua.

L’intervento della polizia

Ho capito, invece, che le loro intenzioni non erano delle più pacifiche. A quel punto il cuore ha iniziato a battere sempre più forte ed io ho accelerato. Ho pedalato con tutte le mie forze mentre gli altri tre non desistevano. Finalmente arrivata in via Parteli, all’altezza dell’ufficio Aci, c’era un camionista che stava scaricando dal camion del materiale. Mi sono messa urlare “aiuto, aiuto” e soltanto a quel punto i tre, che si erano accorti della presenza del camionista, hanno desistito e si sono dileguati...» E’ ancora scossa la giovane barista, vuole parlare per liberarsi da quell’incubo: «Eh sì la paura è stata tanta. Per fortuna che in pochi minuti è arrivata anche una volante della Polizia...»













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