Video contro  Mosaner: chiesta  l’archiviazione

Riva. La Procura ha chiesto l’archiviazione sul caso dei video “anonimi” contro il sindaco Adalberto Mosaner pubblicati su YouTube a settembre 2018 e a gennaio 2019. Una richiesta alla quale Mosaner,...



Riva. La Procura ha chiesto l’archiviazione sul caso dei video “anonimi” contro il sindaco Adalberto Mosaner pubblicati su YouTube a settembre 2018 e a gennaio 2019. Una richiesta alla quale Mosaner, tramite l’avvocato Mauro Bondi, si è opposto: ieri in tribunale a Rovereto, alla presenza dello stesso primo cittadino, c’è stato il passaggio tecnico formale (giusto un paio di minuti) che ha ratificato tale opposizione. «Il pubblico ministero – spiega Mosaner – ha proposto l’archiviazione adducendo come motivazione che arrivare alla vera identità di chi pubblica su YouTube è quasi impossibile e comunque richiederebbe rogatorie internazionali. I soliti problemi che si incontrano quando si tratta di risalire agli autori di azioni anonime o con nomi falsi su social network e dintorni. Noi ci siamo opposti alla richiesta di archiviazione e il giudice con formula di rito si è riservato di valutare la nostra opposizione».

I video erano stati realizzati in maniera professionale anche con l’ausilio di un drone: uno muoveva pesanti accuse sulla realizzazione del centro commerciale Blue Garden, il secondo tirava in ballo anche Riva del Garda Fierecongressi sull’ampliamento della Baltera e trattava in parte anche dell’ex Cattoi.

Al riguardo il sindaco di Riva, tramite il proprio avvocato, aveva presentato una querela-esposto: «Nell’esposto – dice l’avvocato Bondi – avevamo messo in evidenza i profili gravemente diffamatori di tutta l’operazione. In risposta alla richiesta di archiviazione ora abbiamo domandato che proseguano le indagini per trovare sia il responsabile della pubblicazione, sia il responsabile della realizzazione di quei video. Se da un lato è vero che purtroppo sembra che YouTube faccia di tutto per proteggere la privacy di chi pubblica i video sulla propria piattaforma, dall’altro non si può accettare che accadano cose del genere e che si verifichi nei fatti l’impunità e, anche eventualmente in mancanza della collaborazione di YouTube, riteniamo che ci possano essere gli elementi per risalire (al di là di chi materialmente ha pubblicato) agli autori del filmato, fatto in maniera molto professionale e non certo improvvisata, con tanto di impiego di un drone, per cui chiediamo che la magistratura prosegua nelle indagini, perché siamo convinti che indagando bene si possa arrivare comunque ai responsabili». M.CASS.

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