È la proposta girata all’amministrazione comunale 

Riva, cittadinanza onoraria a Segre

Riva. Se in giunta non si registreranno clamorose marce indietro, anche Riva del Garda dovrebbe concedere la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e senatrice a vita della...



Riva. Se in giunta non si registreranno clamorose marce indietro, anche Riva del Garda dovrebbe concedere la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e senatrice a vita della Repubblica. A innescare la procedura è stata la locale sezione dell’Associazione Amicizia Ebraico Cristiana, che già da qualche mese sta lavorando ad un progetto di sensibilizzazione nelle scuole sulla Shoah italiana.

Motore dell’iniziativa Massimiliana Covati, docente di religione alle scuole medie, che con questa proposta ha dato seguito ad un percorso iniziato lo scorso anno scolastico in collaborazione con l’Anpi, l’Associazione Gariwo (la foresta dei giusti) e la scuola in cui insegna. «L’idea – ha raccontato – era quella di far conoscere ai ragazzi la figura di Liliana Segre ancor prima che la senatrice fosse coinvolta nelle squallide polemiche delle ultime settimane. Così siamo riusciti ad ottenere che scrivesse una lettera da inviare alle classi coinvolte nel progetto». A quel punto si è pensato che sarebbe stato più suggestivo dal punto di vista educativo fare in modo che lo scritto della senatrice giungesse in risposta a messaggi realizzati sotto ogni forma dagli studenti. Poi ci si è messa di mezzo la cronaca e Massimiliana Covati, a questo punto, ha alzato il tiro pensando di invitare i ragazzi a scrivere al sindaco della città di Riva del Garda per sollecitarlo a prendere in considerazione l’idea di concedere alla Segre la cittadinanza onoraria, come stanno facendo in queste settimane molte altre amministrazioni sensibili ai temi della tolleranza e della solidarietà. «Alcuni assessori dell’attuale giunta rivana – ha aggiunto Covati – hanno manifestato la loro disponibilità ad incontrare gli studenti per testimoniare la condivisione dell’amministrazione al loro lavoro». Ma la testimonianza sarebbe ben più concreta se la giunta decidesse di fare il passo successivo e di attribuire la cittadinanza alla più efficace testimone della Shoah nel nostro Paese. G.R.













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