La fiera di S.Andrea simbolo della rivanità

riva. Se uno pensa alla fiera di S. Andrea di Riva, le prime cose che gli vengono in mente sono i rivenditori di torrone e di marchingegni miracolosi che dovrebbero produrre chissà quale risultato...


Donato Riccadonna


riva. Se uno pensa alla fiera di S. Andrea di Riva, le prime cose che gli vengono in mente sono i rivenditori di torrone e di marchingegni miracolosi che dovrebbero produrre chissà quale risultato che a casa quasi mai non riesce. Negli anni le cose sono cambiate moltissimo, come un po’ dappertutto. L’appuntamento era di quelli immancabili per acquisti ed incontri e la gente si calava da tutte le valli circostanti per riempire ogni angolo delle vie assiepandosi all’inverosimile. Poi gli imperativi claustrofobici che vanno sotto il generico nome di “sicurezza” hanno spezzettato la fila di bancarelle, con blocchi di cemento su tutte le uscite, togliendo lo spirito di piazza e di vicinanza fisica che fa la differenza. Insomma siamo di certo tutti più sicuri ma senz’anima e ci sarebbe da discutere molto se era meglio prima o adesso. Ma nonostante tutto ciò la fiera di S. Andrea è rimasta forse l’unica festa della rivanità anche se bisogna andarla a cercarla tra le pieghe. La rivanità è quella particolare situazione sociale che pone un po’ tutti sullo stesso piano al di là del lavoro esercitato o il conto in banca più o meno grande e che ha come motore un’ironia scanzonata che si esercita per un breve lasso di tempo soprattutto nei bar o nei luoghi di ritrovo di solito al mattino. Il portatore di rivanità può anche essere definito “rivanel”, e spesso si può usare questo termine anche in modo offensivo. Uno dei massimi teorici di questa particolare situazione di temporanea sospensione di “differenza sociale” era Sergio Molinari, dalla cui fulminante penna uscivano spesso colorite immagini, persone, intrattenimenti che avevano a che fare con la “rivanità”. Ecco, se si vuole ancora respirarne ancora qualche momento, si vada alla fiera di S. Andrea dove tantissimi vanno per incontrarsi e salutarsi, mangiano un panino con carne salada dalla Bacionela, vanno a mangiare le trippe dal Circolo Pensionati, insomma fanno una tonda per dire a tutti “ci sono ancora”, senza toccarsi le parti basse. E dandosi appuntamento alla prossima fiera. Rigorosamente il 30 novembre.













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