«Da qui ci cacciano ma non sappiamo come tornare» 

La disavventura. Gigi Renzo e Grazia Bozza in viaggio in camper nelle Canarie costretti ad affittare un alloggio e restare in isolamento


Gianluca Ricci


riva. Doveva essere una vacanza da sogno e invece si è trasformata in un incubo. Un incubo di cui oggi si riesce solo ad intravvedere la fine. Gigi Renzo e Grazia Bozza, coppia di camperisti rivani in pensione, sono bloccati a Fuerteventura, nelle Canarie, in attesa di poter fare ritorno a casa. Un’operazione che in fase di progettazione delle ferie sarebbe dovuta avvenire il prossimo mese di maggio, ma che l’emergenza Covid-19 ha interrotto bruscamente. La settimana scorsa gli spagnoli hanno imposto a tutti gli ospiti di rientrare in patria. Un ordine perentorio a cui però Gigi e Grazia hanno avuto difficoltà ad obbedire: prima il blocco dei traghetti, poi le incertezze legate alla possibilità di poter percorrere i 2200 chilometri che li separano da casa loro, infine le indicazioni contraddittorie ricevute dalle autorità italiane, in evidente imbarazzo nella gestione del loro caso. E così i due pensionati rivani sono stati costretti a lasciare il loro camper e ad affittare un appartamento in cui isolarsi, per ottemperare alle restrizioni sempre più rigide prescritte dal governo. «Pare che sabato ci siano possibilità concrete di imbarcarsi – ha spiegato al telefono Grazia Bozza – tuttavia non sappiamo ora quale sarà la situazione che troveremo alle frontiere. In questi giorni ci è stato comunicato che non dovrebbero esserci problemi, ma sappiamo che le disposizioni cambiano di giorno in giorno e quindi siamo costretti ad andare un po’ alla cieca». E dire che Fuerteventura rappresenterebbe oggi un contesto assai più sicuro per loro, visto che Gigi e Grazia si trovano là dal 4 febbraio scorso e che quindi non possono essere certo veicolo di contagio per nessuno. Ma la Spagna ha imposto a tutti gli stranieri il rientro in patria, ragion per cui anche i tanti camperisti presenti sull’isola, provenienti soprattutto dal nord Europa, hanno dovuto organizzare il loro rientro. Un provvedimento per certi versi comprensibile, visto che l’ospedale locale può contare sulla presenza di due soli posti letto in rianimazione. «La situazione è peggiorata di colpo lunedì 16 marzo – ha spiegato Gigi Renzo – Eravamo a dormire nel nostro camper in spiaggia, come ormai facevamo da più di due settimane, quando un poliziotto è venuto a bussare intimandoci di andarcene da lì: avevano avuto l’ordine di chiudere l’accesso a quell’area e così ce ne siamo dovuti andare. Poi ci è stato detto che ci saremmo dovuti isolare come tutti gli altri cittadini e che stare in camper non sarebbe stato più possibile. Poiché campeggi organizzati aperti in questo periodo a Fuerteventura non ce ne sono, abbiamo trovato un appartamento in affitto da un italiano che da anni vive lì e abbiamo abbandonato il nostro camper». Sull’isola il numero dei contagi è bassissimo, ma proprio per mantenere tale il livello dell’epidemia gli amministratori locali hanno voluto sigillare il territorio allontanando chi non aveva diritto di rimanere e impedendo nuovi arrivi. «Certo l’esperienza non è stata positiva – ha concluso Grazia Bozza – ma speriamo che tutto si sistemi per il meglio e che il prossimo anno ci venga concessa la possibilità di riprovarci». Per due anime giramondo come loro, il desidero di ripartire rimane comunque più forte del timore per la pandemia.













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