È morto Benaglio, protagonista  della vita politica rivana 

Il lutto. Storico commerciante del centro, era entrato in consiglio comunale con i repubblicani nel 1976 Vicesindaco nell’amministrazione Odorizzi, passò al Pli e poi nel 1995 si candidò per le comunali nella lista di An



Riva. Umberto Benaglio se ne è andato a 87 anni. Commerciante in centro nel settore dell'abbigliamento, ha lasciato un segno lungo nell'amministrazione comunale. Vi si era affacciato quasi cinquant'anni fa, quasi un'era geologica tanti e tanto vistosi cambiamenti hanno lasciato solchi profondi negli uomini e nella città. L'esordio nel '76, l'anno del terremoto di Santa Lucia: nella pattuglia del sindaco Franco Odorizzi i consiglieri repubblicani sono due: Benaglio e Anna Serena Antonioli, entrambi nella giunta tricolore Dc- Psdi- Pri. Quando Macrì lascia, sulla poltrona di vicesindaco sale appunto Benaglio che reclamerà anni dopo il merito di aver gestito l'amministrazione nel momento della grande tensione del dopo terremoto in primissima linea dato che il primo cittadino risiedeva e lavorava a Trento. Quelli furono gli anni che si svuotò il centro, sia della maggioranza dei residenti che delle industrie spinte a trasferirsi alla Baltera. Quattro anni dopo il terzetto dei repubblicani (col rieletto Benaglio anche Stefano Arisi e Luciano Nardini) rimase all'opposizione del bicolore secco di Mario Matteotti. La tornata successiva, nell'85, lo vide protagonista polemico dell'iniziale tormentata fase del varo della prima giunta di Enzo Bassetti. Gli accordi prevedevano tre assessori alla Dc, due al Psi ed uno al Pri, ma dal segreto della votazione uscirono a sorpresa i dc Bottesi, Civettini e Matteotti, Arisi e Benaglio del Pri e Dario Mosaner , vicesindaco immediatamente dimissionario per l'ovvia protesta. Acclarata fin dalla prima seduta la fragilità della maggioranza a tre, Bassetti cercò di rimediare imbarcando il diciassettesimo voto, del Psdi. Per i tre mesi necessari a chiudere l'accordo rimase in piedi un monocolore con sei dc ed appunto Benaglio deciso a tenersi la poltrona che il consiglio comunale nella sua sovranità gli aveva affidato. La resistenza durò fino a dicembre, e la resa costò cara ai repubblicani che l'avevano imposta: Benaglio transitò armi e bagagli nell'adiacente Pli, di cui fa capolista, non eletto nella successiva tornata elettorale. L'ultima comparsa sulla scena amministrativa è del '95 quando si candidò con An in appoggio, con Forza Italia e partito Popolare, alla candidatura a sindaco di Giuseppe Degara. Gli elettori gli preferirono de Eccher e de Pascalis. Da allora rimase ai margini della amministrazione, anche se dalla centralissima soglia della Mary Line, il negozio in via Florida dove trascorreva gran parte della sue giornate accanto alla moglie, era fatalmente obbligato a discutere con decine e decine di persone le vicende della città per la quale aveva speso tempo ed entusiasmo. I clienti, come per tutti i negozi di abbigliamento che hanno voluto tener duro sulla linea della qualità senza rincorrere a tutti i costi i gusti d'un turismo sempre più sbracato, si sono andati assottigliando, tanto da obbligare ad abbassare la saracinesca in via definitiva. Da allora Umberto Benaglio, s'è come rinchiuso nel bozzolo d'un passato sempre più distante.

I funerali di Umberto Benaglio, che lascia la moglie Mariuccia e il figlio Paolo, si terranno domani alle 14,30 nella chiesa arcipretale di Riva, nel rispetto della normativa anti Covid. Mezz’ora prima sarà recitato il rosario in suffragio.













Scuola & Ricerca

In primo piano