«È in gioco il futuro della città» 

Fascia lago. La tanto discussa variante urbanistica domani sera arriva in consiglio. Il Pd chiede ai rivani di essere presenti in aula o seguire da casa la diretta: «Riva può inaugurare un nuovo modo, in Trentino, di pianificare il territorio»


Gianluca Marcolini


Riva. «Dal filo spinato, negli anni Sessanta, che rendeva impossibile l’accesso al lungolago, a un grande parco pubblico: il passo è epocale e in gioco c’è il futuro della nostra città. Anzi, in ballo c’è molto di più perché possiamo inaugurare un nuovo modo, in Trentino, di pianificare il territorio». Il clima è teso, carico neanche fosse la vigilia di una finale di Champions. Riva si appresta a vivere, domani sera, l’atto politico più importante della legislatura che volge ormai al termine, forse uno dei più significativi di sempre. In aula sta per approdare la variante urbanistica che contiene anche, e soprattutto, il nuovo piano della fascia lago. Un momento cruciale per le sorti di questa amministrazione comunale ma ancor di più per ciò che accadrà successivamente, nelle prossime settimane, quando si comincerà a fare sul serio in vista delle elezioni di maggio. Il Pd di Riva, artefice principale della proposta di variante urbanistica, chiama a raccolta la cittadinanza affinché sia presente in aula, «o in alternativa che segua la diretta della seduta da casa, via streaming sul sito del Comune», è l’appello lanciato dal segretario Tiziano Chizzola e dal capogruppo Gabriele Bertoldi.

Stop al cemento

I due giovani Democratici rivani, ieri pomeriggio, hanno voluto tirare le somme rispetto a un lavoro avviato, di fatto, nella primavera del 2017 quando è scaduta la precedente pianificazione urbanistica che riguardava la fascia lago, e in particolare l’ex area Cattoi. «Avevamo il dovere e il potere di assegnare a questo territorio una nuova pianificazione urbanistica, lo hanno evidenziato a chiare lettere i giudici del tribunale scrivendo la sentenza che ha dato ragione al Comune», ha spiegato il segretario. Che poi ha proseguito: «Non è vero, come qualcuno ha detto o scritto, che si tratta di un’impuntatura o un capriccio del sindaco: spetta al consiglio comunale stabilire come orientare il futuro della collettività e nessuno può pensare di sostituirsi, in tal senso, al Comune, nonostante i capitali che possiede». «Ci troviamo alla vigilia di un passaggio storico - ha concluso Chizzola - perché questa variante punta a valorizzare quanto di bello abbiamo e contrasta la logica di “più volumi uguale più benessere”».

La genesi della variante

Oltre al ruolo di capogruppo del Pd in consiglio comunale, Bertoldi riveste anche quello di presidente della commissione urbanistica. In buona sostanza, è lui - assieme al sindaco, che ha la delega sull’urbanistica - il vero “genitore” della variante. «Il Comune ha cominciato a occuparsene solo nel 2017, quando è scaduto il piano, pertanto dell’inerzia del passato si deve chiedere conto ai privati, come tra l’altro ha stabilito il giudice. Chi ha acquistato l’ex Cattoi ben sapeva che il piano era in scadenza e che poi sarebbe toccata al Comune la ripianificazione; ciò ha finito per influenzare il valore di acquisto all’asta dell’area. I privati non ci rimetteranno, l’investimento non frutterà loro i guadagni auspicati». Lunga e dettagliata la ricostruzione, effettuata da Bertoldi, delle tappe che hanno portato a questo punto, che poi altro non sono che la cronaca di Riva degli ultimi tre anni: la chiusura e “riapertura” del parcheggio, il diniego del consiglio al piano di sviluppo dei privati, la sentenza del Tar, il ricorso al Consiglio di Stato, le “Vele” in giro per la città, la raccolta firme, le osservazioni di cittadini e ambientalisti, le prese di posizione dei politici, il braccio di ferro fra il sindaco Mosaner e gli imprenditori Hager e Signoretti.

Prima adozione

Quella che si vota domani è la prima adozione del piano. Ne servirà una seconda, ma difficilmente ci sarà il tempo prima della fine della legislatura.

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