La Banda sociale rinvia la festa per i 120 anni 

L’anniversario. Se ne riparla a ottobre per l’emergenza sanitaria. Una realtà gloriosa nata il 22 aprile del 1900 ma che risale ancora al secolo precedente con la “Banda de’ dilettanti”


Roberto Gerola


Pergine. Anche la storica Banda sociale di Pergine “vittima” dell’emergenza sanitaria in atto. Nel senso che questa determinante realtà culturale si vede probabilmente costretta a rinviare i festeggiamenti per il proprio 120° di fondazione avvenuto nell’aprile del 1900. Lo conferma il presidente del sodalizio Franco Oss Noser, che la guida dal 2014. Era il 22 di quel mese di aprile di 120 anni fa che il complesso bandistico venne costituito ufficialmente da un gruppo di personaggi che erano nella “Fanfara” il sodalizio musicale che in qualche modo precedette appunto la Banda sociale. Ma, a ben vedere, Il complesso attuale potrebbe e con orgoglio celebrare i 200 anni di attività. Si parla infatti del 1820.

C’era un gruppo di suonatori (i famosi artisti di strada) che con il nome di “Banda de’ dilettanti” allietava i perginesi nelle ricorrenze (Festa Granda innanzitutto). Quei musicisti cambiarono spesso nome sempre all’insegna del divertimento proprio e degli altri: Società Filarmonica, Fanfara perginese (ancora adesso la “F” campeggia in uno storico gonfalone fatto poi restaurare). A quanto si può leggere in qualche testimonianza, erano considerati “perditempo”, un po’ mattacchioni con poca voglia di lavorare. Gli artisti (pittori compresi) avevano questa “fama”. Fu con la “Fanfara” che scaturì il primo impianto della “Banda sociale” che nei propri primi vent’anni attraversò (non indenne) il periodo di irredentismo: manifestazioni d’italianità spontanee pagate anche a caro prezzo ma con la successiva soddisfazione di suonare in piazza davanti a re e regina e in molte altre occasioni nazionali.

Nomi come Giovanni Serra (a lui dedicarono una piazza) che fu autore tra l’altro dell’Inno di Pergine e del “Pensierino” (operetta tutta perginese riproposta nell’allora Supercinema oltre mezzo secolo fa) insieme a Roberto Paoli, Camillo Nicolussi, Giuseppe Piva, Giuseppe Fracalossi fecero la storia della Banda. Ma poi vennero molti altri con la carica di presidente o nel ruolo di maestro direttore. Nominarli tutti, sarebbe lungo. Ognuno tuttavia, diede una propria impronta al complesso che sfornava decine e decine di giovani suonatori. Gigi Bomba (Luigi Facchini) fu probabilmente il bandista per eccellenza: fu in servizio dal 1928 al 1992, prima con il tamburello poi con i piatti. Il suo apice fu l’esibizione del “suo” complesso al “Rischiatutto” di Mike Bongiorno. Fu applauditissimo per le sue evoluzioni con i piatti. La Banda sociale di Pergine aveva una tale considerazione che per sé ebbe un proprio edificio: nel 1925 teneva la propria attività (e sede) nella “Scuola di Banda” e lo fa ancora oggi, in una sede ristrutturata e ammodernata (e soprattutto adeguata alle necessità).

Le tappe della Banda (può contare tre pubblicazioni) sono state molteplici e tutte preziose e prestigiose. Considerata una sorta di “patrimonio culturale del Comune”, si è evoluta nel tempo. E gli “artisti di strada” di 200 anni fa sono stati soppiantati prima dai bandisti veri e propri passando dalle marcette ai brani classici principalmente di musica operistica: immancabili “Va pensiero” e Radetzky. Ma da oltre dieci anni, con il maestro Claudio Dorigato, la Banda ha mutato pelle per diventare la cosiddetta “orchestra di fiati” dove marcette e pezzi classici sono stati sostituiti da pregevoli brani contemporanei e non poteva essere altrimenti vista la composizione tutta giovane del complesso (a parte qualche colonna come Fabio Frisanco, Renzo Gottardi e Vittorino Gadler). Rispondendo così anche alle mutate esigenze degli spettatori che hanno affinato il gusto musicale. Tutto rinviato probabilmente a ottobre con una festa all’insegna della sobrietà, assemblea elettiva compresa.

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