L’ultimo saluto dell’arcivescovo a don Luigi Roat

Caldonazzo. L’estremo saluto a don Luigi Roat, ieri, è stato molto particolare e partecipato pur nelle ristrettezze dettate dalle disposizioni sanitarie, e i molti convenuti, stringendosi attorno ai...


Franco Zadra


Caldonazzo. L’estremo saluto a don Luigi Roat, ieri, è stato molto particolare e partecipato pur nelle ristrettezze dettate dalle disposizioni sanitarie, e i molti convenuti, stringendosi attorno ai nipoti del sacerdote, nella messa presieduta dall’arcivescovo Lauro Tisi, hanno potuto sperimentare una sorta di abbraccio collettivo in memoria di un «costruttore di amicizia senza etichette», come lo ha definito l’arcivescovo. C’erano, e tutti hanno voluto leggere un ricordo del sacerdote alla fine della celebrazione, come anche hanno fatto i nipoti, una rappresentanza dei parrocchiani di Centa San Nicolò, dove don Luigi fu parroco dall’84 al ’96, e dell’ultima sua parrocchia, Novaledo, che resse dal ’96 al 2012. Così anche la sindaca, Elisabetta Wolf, ha espresso un saluto «semplice e umile come è stata la vita di don Luigi».

Il picchetto d’onore dei pompieri faceva da corona al feretro; la chiesa, con tutti i posti disponibili occupati, anche all’esterno, da persone che si sono potute riconoscere nel ricordo di ciò che don Luigi è stato per tutti nel racconto commosso che ne ha fatto l’arcivescovo.

«Don Luigi – ha detto don Lauro – era l’ultimo prete rimasto di quella compagnia che mi aveva accolto il mio primo anno di ministero a Levico Terme. Da loro, e da don Luigi in particolare con la sua allegria, ho imparato l’amicizia e la fraternità fra preti. La gioia è stata la caratteristica di don Luigi, una gioia figlia dell’amicizia che lui cercava, gustava nella dimensione del banchetto, del cibo e del buon vino, e in questo era discepolo del Signore Gesù».

Attorno all’altare, con l’arcivescovo che faceva uno sforzo evidente nel controllare la voce, spesso sul punto d’interrompersi per l’emozione, altri cinque sacerdoti: il parroco, don Emilio Menegol, don Paolo Vigolani, don Mario Filippi, don Rodolfo Minati e don Danilo Bernardini. L’arcivescovo ha poi ricordato la grande amicizia di don Luigi con don Giuseppe Zadra, che il sacerdote, negli ultimi tempi ospite della Casa del Clero, gli aveva confidato di voler andare a ritrovare. Ed è con questa immagine dei due amici che si sono ora ritrovati e stanno a chiaccherare in amicizia, che l’arcivescovo ha concluso la sua omelia.

«La vigna di don Luigi – ha detto ancora don Lauro Tisi – era unica e particolare. Preghiamo perché nella Chiesa ciascuno sia valorizzato per quel dono irripetibile e unico che è, che quando viene a mancare ci ritroviamo tutti più poveri».

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